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Finley: “Abbiamo lavorato tanto lontano dai riflettori, costruendo qualcosa di diverso”

Finley

I Finley sono pronti per un autunno speciale; il 16 ottobre saranno, infatti, protagonisti di un grande live all’Unipol Forum di Milano (Qui i dettagli e Qui il link per l’acquisto dei biglietti).

In un’intervista al Corriere della Sera la band capitanata da Pedro analizza il momento e ripercorre la carriera.

“Mi emoziono se penso che 10 mila persone rivivranno con noi un pezzo della loro adolescenza. Sarà un nuovo punto di partenza. Abbiamo lavorato tanto lontano dai riflettori, costruendo qualcosa di diverso rispetto alla band che eravamo. Nei primi anni duemila non eravamo assolutamente pronti a quella popolarità e a quei palcoscenici, ma abbiamo dato il nostro meglio. Lontani dall’hype abbiamo sperimentato col sound, creato la nostra etichetta indipendente, alternato un disco più rock a uno più elettronico.”

Il merito della rinascita anche dal punto di vista discografico è merito di un mercato che è tornato a considerare il pop-punk.

“Attorno al 2010 le chitarre erano proprio sparite. Gli assoli erano poco cool. I grandi dj e producer diventavano delle star, poi c’è stata l’ascesa del rap, ora della trap.”

I Finley non hanno mai smesso di suonare, scegliendo anche i piccoli club, prima di tornare con un nuovo album, ricco di feat (Qui la nostra videointervista di presentazione del progetto).

“Solo noi, gli strumenti e il pubblico. Una platea diversa da quella delle ragazzine degli esordi, che era una tipologia di pubblico molto volubile. La stagione successiva magari aveva trovato qualcun altro da seguire. Nei club abbiamo presentato anche brani nuovi così abbiamo ricostruito il nostro live.”

Infine un elogio al concetto di band.

“Il nostro non è solo un legame di band e questa è una forza indicibile, perché, diciamolo, il mondo della musica è una battaglia. Da singoli non potremmo fare quello che più persone con la stessa fame e ambizione riescono a fare.”

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