La musica come strumento di riscatto sociale entra nel carcere di Monza grazie al progetto “Free for Music”, un’iniziativa che utilizza la creatività come mezzo per favorire il reinserimento e la consapevolezza personale. Protagonisti di una giornata speciale sono stati due nomi cardine del rap italiano: Lazza ed Emis Killa, che hanno incontrato i detenuti coinvolti nel laboratorio.
Un progetto che unisce musica, educazione e reinserimento
“Free for Music” è finanziato da Orangle Records e portato avanti con la supervisione di Paolo Piffer, consigliere comunale e educatore che da anni lavora all’interno delle strutture penitenziarie. L’obiettivo è chiaro: aiutare i detenuti a esprimersi, gestire le proprie emozioni e acquisire competenze attraverso la scrittura e la produzione musicale.
Il laboratorio, attivo da mesi, ha permesso ai partecipanti di creare brani originali che raccontano temi universali e profondamente personali come la libertà, la famiglia, la paura e il desiderio di ricominciare.
La visita di Lazza ed Emis Killa: un dialogo diretto senza filtri
Durante l’incontro, Lazza ed Emis Killa – Jacopo ed Emiliano, come hanno scelto di presentarsi in un clima informale – hanno ascoltato i brani prodotti dai detenuti, risposto alle loro domande e condiviso momenti del proprio percorso artistico: pressioni, opportunità, cadute e ripartenze.
Un confronto autentico che ha dato nuova motivazione ai partecipanti e che ha richiesto un lungo lavoro di preparazione: permessi, verifiche e un coordinamento continuo tra istituto penitenziario, area educativa e discografica.
Musica oltre le sbarre: i brani diventeranno pubblici
Uno degli obiettivi principali del progetto è portare la musica del laboratorio fuori dalle mura del carcere, rendendola disponibile sulle piattaforme digitali. Non solo un esercizio creativo, quindi, ma una vera possibilità professionale: la trasformazione delle parole dei detenuti in un ponte verso la società.
Un traguardo fondamentale in un sistema penitenziario che, secondo il 21° rapporto Antigone, al 30 aprile 2025 contava 62.445 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di poco più di 51.000 posti. Un contesto complesso, in cui iniziative strutturate come questa possono contribuire a costruire percorsi concreti di reinserimento.
La soddisfazione degli organizzatori
«Abbiamo lavorato mesi per rendere possibile questa mattinata», ha raccontato Paolo Piffer. «Vedere gli occhi dei ragazzi mentre parlavano con i loro idoli è stato emozionante. Sono certo che se lo ricorderanno per molto tempo».
Sulla stessa linea Christian Cambareri, CEO di Orangle Records: «Free for Music nasce per portare competenze reali dove spesso mancano occasioni. Non vogliamo un intervento episodico, ma un percorso continuativo che renda la musica una possibilità concreta».
Il progetto continuerà anche nei prossimi mesi, con nuove attività e iniziative dedicate ai detenuti.
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