Giorgio Forattini

È scomparso all’età di 94 anni Giorgio Forattini, disegnatore, giornalista e autentico maestro della satira italiana. Forattini è stato una delle firme più riconoscibili e influenti del giornalismo satirico, capace di raccontare decenni di politica, cultura e costume attraverso la forza del disegno e l’ironia pungente delle sue vignette.

Nato a Roma il 14 marzo 1931, Forattini ha vissuto una carriera lunga e sorprendente, iniziata in ambiti lontani dall’arte. Dopo esperienze come operaio, rappresentante di commercio e direttore commerciale nel settore discografico, si avvicina al mondo dell’illustrazione negli anni Sessanta, lavorando come illustratore e copywriter per campagne pubblicitarie nazionali di grandi aziende come Fiat e Alitalia.

A quarant’anni entra nella redazione del quotidiano Paese Sera, vincendo un concorso per disegnatori, e proprio lì nasce la sua vocazione per la satira politica. Le sue prime vignette a colori compaiono nel 1973 su Panorama e nel 1974 su Paese Sera, diventando presto un fenomeno editoriale. Memorabile la vignetta pubblicata in prima pagina il 14 maggio 1974, in occasione del referendum sul divorzio: una bottiglia di champagne con il tappo che vola via, raffigurato con le sembianze di Amintore Fanfani, simbolo della vittoria dei “no”.

Negli anni successivi, Forattini diventa il “re della satira”, con le sue vignette pubblicate su testate storiche come La Repubblica, La Stampa, Il Giornale, L’Espresso e Panorama. Le sue illustrazioni, sempre riconoscibili per tratto e acume, hanno accompagnato mezzo secolo di storia politica italiana, dai protagonisti della Prima Repubblica ai grandi mutamenti della società contemporanea.

Oltre al lavoro giornalistico, Forattini ha firmato anche opere grafiche legate al mondo della musica e dello spettacolo: oltre al manifesto del 36º Festival di Sanremo (1986), ha illustrato nel 1992 la copertina del 45 giri “Mendicante” di Mariella Nava, presentato proprio sul palco dell’Ariston.

I suoi disegni, raccolti in numerosi volumi come Referendum Reverendum (Feltrinelli, 1975), rimangono un patrimonio prezioso della cultura italiana: un racconto ironico, affilato e lucidissimo del potere, dei suoi eccessi e delle sue contraddizioni.

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