Applausi, emozione e teatro sold-out: il ritorno di Giovanni Allevi sulle scene internazionali, per la prima volta in Argentina, ha avuto il sapore di un evento unico. Il Maestro si è esibito il 5 dicembre al Teatro Coliseo di Buenos Aires nel suo debutto assoluto in Argentina, un momento carico di significato dopo la lunga battaglia contro la malattia che lo aveva costretto ad allontanarsi dalla musica. “Forse sapete cosa ho passato in questi ultimi mesi. Ho ancora i segni sul corpo. La battaglia non è vinta, ma sono qui per celebrare con voi la gioia di vivere”, ha detto al pubblico, accolto da un’ovazione.
Il concerto è stato organizzato dal Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires, guidato da Carmelo Barbera, come tradizionale saluto di fine anno alla comunità italiana. Presenti anche l’Ambasciatore d’Italia in Argentina, Fabrizio Nicoletti, che ha consegnato alcune Onorificenze dell’Ordine della Stella d’Italia e della Stella al Merito del Lavoro, sottolineando il forte legame culturale e umano tra Italia e Argentina.
Allevi ha proposto un recital per pianoforte solo di grande delicatezza, eseguendo brani amatissimi dal pubblico come Aria, Come sei veramente, Back to Life. Momento particolarmente toccante è stata l’interpretazione di Tomorrow, una ballata malinconica nata durante la degenza in ospedale. “Il mio domani è un presente allargato: ogni alba è una promessa, ogni tramonto un arrivederci”, ha raccontato.
Sul palco, l’artista ha alternato musica, riflessioni filosofiche, ricordi personali ed episodi di intensa ironia. Una narrazione che ha permesso al pubblico di entrare nella sua nuova visione del mondo, una Weltanschauung che lui definisce “un moto che dall’anima si getta verso il mondo senza chiedere nulla in cambio”.
“La malattia mi ha trasformato in un cuore che si dà totalmente” ha spiegato all’Ansa, aggiungendo che proprio a Buenos Aires ha voluto recuperare “la dimensione intima del pianoforte solo”.
Allevi ha espresso profonda ammirazione per l’Argentina e per la sua tradizione musicale carica di poesia e umanità. “È un Paese che dà voce struggente agli ultimi”, ha sottolineato, ricordando come la sua malattia gli abbia fatto scoprire da vicino la fragilità umana.
Molti avevano sperato in un tour più esteso in America Latina, ma il Maestro ha chiarito che, nonostante l’entusiasmo che circonda il suo ritorno, le sue condizioni fisiche non gli permettono ancora un calendario fitto di impegni: “Il mio corpo è molto affaticato, ma ho capito che l’anima è più forte del corpo sofferente”.
La tappa di Buenos Aires si inserisce nel più ampio percorso del tour Musica dell’Anima, che negli ultimi mesi ha portato Allevi in città come Osaka, Roma, Taormina, Venezia e Firenze.
La sua carriera internazionale, d’altronde, parla da sola: Carnegie Hall, Teatro alla Scala, Auditorium della Città Proibita sono solo alcuni dei luoghi in cui il Maestro ha portato il suo pianismo poetico e innovativo. Numerosi anche i riconoscimenti, dal titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana alla Stella d’Oro al Valore Mozartiano, fino al Premio Falcone e Borsellino. La NASA gli ha perfino dedicato un asteroide: Giovanniallevi111561.
Il messaggio che Giovanni Allevi ha portato al Teatro Coliseo è semplice e universale: il dolore può diventare un maestro, e la musica può condurre verso la parte più autentica di noi stessi. “Ho compreso che vivere pienamente significa riconoscere il miracolo in ogni secondo che ci viene dato. La mia missione ora è celebrare la vita”, ha detto, visibilmente emozionato.
Un debutto argentino che diventa così molto più di un concerto: un manifesto di speranza, resilienza e gratitudine, firmato da uno degli artisti più amati e coraggiosi della musica contemporanea.
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