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Hulk Hogan, il wrestler è morto a 71 anni; la sua influenza sulla musica a stelle e strisce

Hulk Hogan

Hulk Hogan, leggenda del wrestling, si è spenta all’età di 71 anni a causa di un arresto cardiaco nella sua casa di Clearwater, in Florida, come riportato da TMZ Sports. Solo poche settimane fa la moglie Sky aveva rassicurato i fan: il suo cuore era “forte” mentre si riprendeva da una serie di interventi chirurgici. Il wrestler lascia un’eredità che va ben oltre i supremi del ring, toccando anche la musica e la cultura pop.

Hulk Hogan, la passione per la musica

Il brano più iconico legato a Hulkamania è “Real American”, scritto da Rick Derringer e Barry Wind. Tema d’ingresso della WWF negli anni Ottanta, incarnava lo spirito patriottico e invincibile del personaggio di Hogan, divenendo un vero e proprio inno per generazioni di fan.

Prima di “Real American”, Hogan salì sul ring sulle note di “Eye of the Tiger”, colonna sonora di Rocky IV, e di “Hulk Hogan’s Theme”. Dopo il passaggio in WCW, adottò “American Made” di Jimmy Hart, quindi, con la nascita del famigerato nWo, si fece accompagnare da “Rockhouse” e persino dal riff di “Voodoo Child (Slight Return)” di Jimi Hendrix.

Meno nota è la sua breve carriera da bassista turnista: in un’intervista del 2011 a The Sun, Hogan raccontò di aver rifiutato l’offerta di Lars Ulrich di unirsi ai primi Metallica. Una versione però smentita dallo stesso Ulrich in un’intervista a Howard Stern, secondo cui non esistono tracce di un loro incontro musicale.

Un’eredità tra ring, TV e musica; Hogan aveva saputo trasformare il suo personaggio in un brand globale. La sua influenza musicale resta indissolubilmente legata a un’epoca d’oro del wrestling, in cui le colonne sonore non solo scandivano gli ingressi sul ring, ma contribuivano a forgiare l’immaginario collettivo di un’intera generazione.

Foto su licenza Depositphotos

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