Intervista a Cara, poliedrica cantautrice che ha da poco pubblicato il nuovo singolo Giulia, una partita emotiva che celebra la bellezza dell’effimero, una storia che finisce, un gioco in cui i protagonisti sono le emozioni e i sentimenti. In sottofondo, un acid pop pulsante accompagna ogni svolta, ogni sguardo, ogni parola.
Il brano è accompagnato da un videoclip diretto da Mehmet Gurkan. E’ stato realizzato da Memo Media Production Srls per RayDada Srl. Il direttore della fotografia è Mauro Gianesini. Nel video Cara distrugge l’auto con una mazza da baseball, amplificando il simbolismo del “cuoricino sulla macchina”, che cita nel testo del nuovo singolo “Giulia”.
«Quando mi hanno presentato il progetto, ho capito subito che non sarebbe stato un videoclip semplice da realizzare, il brano racchiude numerose immagini – dichiara Mehmet Gurkan, il regista – Dopo una nottata di ascolto, lavorando sulla sceneggiatura, ho avuto un risveglio traumatico: un vicino dispettoso aveva fatto rimuovere la mia auto durante la notte. Mentre camminavo sotto il sole per recuperarla, ascoltavo “Giulia” nelle cuffie. Una frase ha risuonato dentro di me: “ti faccio un cuoricino sulla macchina con le chiavi di casa tua”. Con la rabbia che montava, ho pensato: “Altroché il cuoricino, ci vorrebbe una mazza da baseball!” L’idea era nata: Cara avrebbe distrutto l’auto con una mazza da baseball, amplificando l’immagine del “cuoricino sulla macchina”. Durante le riprese, la location dell’autodemolizione Cesarano Ciro Srl ci ha regalato ulteriori spunti, come ad esempio il caterpillar con cui abbiamo distrutto totalmente l’autovettura. La realizzazione, nonostante il duro lavoro, si è conclusa lasciandoci un intensa gratificazione grazie all’energia di Cara e alla collaborazione di un team straordinario».
Intervista a Cara
Cosa rappresenta il nuovo singolo Giulia nel tuo percorso artistico?
Giulia è il secondo capitolo di un mio nuovo percorso. Ho trascorso l’ultimo anno e mezzo a lavorare tanto in studio e ho aspettato un po’ per far uscire nuova musica. Il primo capitolo è stato Verso Casa, che è un brano che ha tutta un’atmosfera un po’ più intima e Giulia invece rappresenta un po’ l’opposto, ma in realtà queste due canzoni comunicano. Giulia è una parte un po’ più ironica, anche un po’ più tagliente della mia penna, del mio modo di comunicare. Avevo voglia di condividere due brani diversi tra loro.
Musicalmente quali sono i riferimenti a cui ti si è affidata per questi due pezzi?
In realtà diciamo che un po’ tutto quello che ascolto piano piano entra a far parte delle mie influenze, per cui non c’è un ascolto specifico, un artista. Sono cresciuta col cantautorato, per cui diciamo che il mio primo innamoramento l’ho avuto proprio con le parole e poi però ho iniziato ad ascoltare sempre tanta musica diversa. Il cantautorato, e nello specifico Dalla, come si può notare dal mio nome d’arte, è sempre stato il mio faro. Quando vado in studio mi piace sperimentare.
Tornando a Giulia, devo dire che il videoclip è piuttosto evocativo.
Mi sono divertita molto a fare quel video. Al centro di quel brano c’è la rabbia mescolata al gioco. Giulia racconta di una storia che ha molti lati intriganti perché altrimenti non la cominci neanche una storia così. Per cui diciamo che in quella rabbia, che è rappresentata dallo spaccare la macchina, c’è l’ironia. Anche il video è un insieme di stati d’animo che poi sono anche divertenti da vivere.
Anche per ‘Verso casa’ hai proposto un videoclip estremamente particolare.
Sì, esatto, sì l’idea del video di ‘Verso casa’ mi è venuta camminando. Mi sono vista all’interno di un cerchio di persone molto inespressive e in opposizione con me. Diciamo che le persone all’interno del video sono sono dei simboli. E’ un’idea che, grazie anche al regista e tutto il team, siamo riusciti poi a mettere in piedi.
Come è cambiato il ruolo dell’immagine nel tuo percorso musicale?
Per me ascoltare musica, conoscere il mondo di un artista, vuol dire anche conoscerlo a livello visivo. Per cui sono sempre stata molto affascinata dall’immagine. Io cerco sempre di unire l’immaginario visivo con la mia musica, per cui mi viene anche molto naturale proiettarmi in situazioni completamente inventate… Il modo in cui si è evoluto nel tempo questo mio immaginario è una conseguenza naturale.
Facciamo un passo indietro, andiamo a quel 2020 che è stato un anno davvero speciale per te, tra il Premio Lunezia, Le Feste di Pablo e l’Ep 99. Ti saresti immaginata un futuro diverso?
Sono sempre un po’ proiettata nel futuro, per cui sicuramente ho immaginato tante cose. Sicuramente in questo momento mi sento in linea con quello che sono, con quello che sto facendo e il mio passato mi ha portato ad essere qui. Ho la tendenza a voler un po’ ‘raddrizzare i fiumi’, ma al tempo stesso sono dell’idea che è giusto lasciare il fiume scorrere. Questi ultimi due anni anno e mezzo sono stati molto utili perché ho capito di dovermi fermare, concedermi una pausa che era necessaria. Oggi sto raccontando me stessa con una consapevolezza diversa.
Parli di una consapevolezza personale o musicale?
Entrambe in realtà. Ho fatto tanti tanti step, ho attraversato anche momenti personali bui e la terapia mi ha aiutato molto, mi ha proprio cambiato la qualità della vita. Mi ha portato a essere più lucida.
Oggi qual è l’aspetto della tua musica che ti rende particolarmente orgogliosa?
La parola. Non ho dubbi. Con le parole mi diverto come una bambina al parco giochi.
Se dovessimo incontrarci tra un anno, quale risultato vorresti avere raggiunto?
Non lo so e non ci penso. Oggi faccio la musica che voglio e per ora mi basta.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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