La nostra intervista a Francesca Alotta in occasione dell’uscita del suo nuovo disco “Diversa“, fuori per l’etichetta Anima Mediterranea a partire dallo scorso 10 maggio.
Dieci brani in scaletta, di cui sette inediti scritti anche da Francesca, tra cui spicca il singolo apripista “Sai cosa ti dico?“, ma anche le riletture di due brani del suo repertorio com “Un anno di noi“, presentato a Sanremo 1993, e “Sentimenti“, pubblicato nel 1992.
Intervista a Francesca Alotta
Come si è svolto il processo creativo di un progetto così autobiografico?
«Il processo creativo di questo album è stato molto faticoso, a partire dal fatto che ho scritto ben sette brani, sia i testi che le musiche. Quindi, all’interno ho messo davvero tanto di me. Un disco che nasce da un brutto periodo che ho attraversato, segnato da una malattia abbastanza importante. Insomma, possiamo dire che sono viva per il miracolo e questa è una cosa bellissima, così da quel momento molte cose sono cambiate. Ho imparato a essere più forte e più determinata, ho iniziato ad apprezzare ancora più la vita e sono diventata una persona estremamente senza filtri».
In scaletta si fanno spazio due canzoni di repertorio, “Sentimenti” e “Un anno di noi”. Cosa ti ha spinto a riproporre queste pezzi?
«Guarda, sono brani per me carissimi, “Sentimenti” avrei dovuta cantarla a Sanremo nel 1991, però poi non mi hanno preso all’ultimo momento. Inoltre è il brano che ci ha fatto conoscere con Aleandro Baldi. “Un anno di noi” mi riporta invece alla mente Saremo 1993, un passaggio molto importante, un Festival tra i big, quindi volevo ricordarlo. Per questa occasione, entrambe le canzoni, ho deciso di realizzare una versione con un quartetto d’archi».
“Diversa” è un disco che mette in risalto varie sfaccettature del tuo carattere, inteso sia in termini artistici che personali. Come sei arrivata negli anni a questa consapevolezza e come hai vissuto dall’interno il processo che ti ha portato a passare da interprete pura a cantautrice?
«In realtà i testi ho cominciato a scriverli già da diversi anni, una volta composi anche una musica tanto tempo fa, ma avevo 19 anni. Poi però le vicissitudini, non lo so, la vita, le situazioni, il fatto che io sia stata lontana per anni dall’ambiente, forse tutto questo mi ha restituito una nuova linfa. Poi nel 2018 è uscito “Anima Mediterranea” un disco che avrei dovuto realizzare con mio papà e che purtroppo si è rivelato poi un omaggio alla sua memoria. Ho anche ricantato un brano con cui mio padre vinse il Festival della canzone siciliana, quando c’era Pippo Baudo come presentatore. In più nel disco c’era come ospite Aleandro Baldi, insieme abbiamo realizzato una versione acustica di “Non amarmi”. Così da lì in poi ho finalmente ripreso la mia strada, poi la malattia mi ha bloccato di nuovo, ma sono tornata con più forza di prima, con la voglia di non fermarmi più».
Videointervista a Francesca Alotta
Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte di raccontare. È autore del libro “Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin” (edito D’idee), impreziosito dalla prefazione di Amadeus. Insieme a Marco Rettani ha scritto “Canzoni nel cassetto”, pubblicato da Volo Libero e vincitore del Premio letterario Gianni Ravera 2023.
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