Francesco Baccini

Intervista al cantautore genovese Francesco Baccini, che torna sulla scena musicale con il brano inedito Matilde Lorenzi (Azzurra Music).
Il singolo anticipa il nuovo album atteso per il 2026 e segna il ritorno di uno degli artisti più eclettici e amati della canzone d’autore italiana.

Matilde Lorenzi” è una dedica alla giovane promessa dello sci alpino scomparsa tragicamente durante un allenamento in Val Senales, poco prima di compiere 20 anni. Ma più che una canzone commemorativa, è un inno alla gioia di vivere, alla libertà e alla forza delle passioni.
Un brano dal respiro orchestrale, intenso e luminoso, che fa parte anche della colonna sonora del docufilm “Kristian Ghedina: Storie di Sci” di Paolo Galassi, nell’ambito dell’Olimpiade Culturale.

Intervista a Francesco Baccini: “Matilde Lorenzi è una canzone sulla vita, non sulla morte”

Francesco, come nasce “Matilde Lorenzi” e cosa rappresenta per te questo brano?

Stavo lavorando al mio nuovo album, che uscirà nel 2026, quando il regista Paolo Galassi mi ha chiamato per chiedermi una canzone per il suo film su Kristian Ghedina. Io, in genere, non scrivo “su commissione” — ho bisogno di libertà. Ma qualche giorno dopo, mentre ero al pianoforte, di notte come sempre, ho iniziato a suonare e mi è venuta in mente la storia di Matilde Lorenzi, una ragazza di appena 19 anni, campionessa italiana di Super G, morta durante un allenamento.
La canzone è nata di getto, in una notte. Volevo raccontare la vita di Matilde, non la sua morte. Era una ragazza felice, appassionata, libera. Ha vissuto poco, ma intensamente.

Il brano, pur ispirato a una tragedia, non ha toni tristi. È stato difficile mantenere questo equilibrio?

Molto. In casi come questo si rischia facilmente di cadere nella retorica o nel tono funereo, e io non volevo assolutamente farlo.
Matilde Lorenzi” è una canzone positiva, che celebra la libertà e la bellezza della vita. Il messaggio è chiaro: bisogna vivere delle proprie passioni, perché chi non ne ha è già morto dentro.

Musicalmente è un brano dal grande respiro orchestrale. Come hai costruito questo suono così pieno e cinematografico?

Ho voluto un arrangiamento epico, come quelli dei miei riferimenti — Billy Joel o Elton John. Mi sono chiesto: “Come l’avrebbero fatta loro?”.
Volevo una vera orchestra, con archi e fiati, e grazie al direttore Mauro Tolini ci siamo riusciti. Gli strumenti veri hanno un’anima diversa, suonano in modo più caldo, più autentico.
In un’epoca in cui tutto è sintetico, avevo bisogno di un suono umano, vero, internazionale.

Il video, diretto da Paolo Galassi, è molto toccante. Come è nato il progetto visivo?

Dopo aver scritto il pezzo, l’ho fatto ascoltare a Galassi al telefono. Si è commosso.
Ha voluto farlo ascoltare alla famiglia Lorenzi, e quando mi hanno chiamato erano emozionati: mi hanno detto “Questa è Matilde”.
Così hanno deciso spontaneamente di concedere i filmati privati di Matilde, da bambina e poi da atleta. Quelle immagini, unite alla musica, hanno dato vita a qualcosa di potente e autentico.

Questo singolo anticipa il tuo nuovo album. Cosa puoi anticiparci sul progetto in uscita nel 2026?

Posso dire poco (ride), ma sarà un disco molto variegato, con dentro di tutto: dal jazz alla trap.
Io non ho mai seguito un genere preciso — mi piace giocare con la musica. In ogni album ci sono suoni diversi perché amo la libertà creativa.
In questo progetto mi sono divertito a sperimentare, ma senza rincorrere le mode. Oggi la musica è diventata una gara, ma per me la musica unisce, non divide.

Hai sempre difeso la tua libertà artistica, anche a costo di rinunciare a certe vetrine. È ancora così?

Sì, assolutamente. Dopo i miei primi album con le major, ho scelto la strada indipendente.
La libertà costa, ma non ha prezzo. Preferisco fare un disco ogni dieci anni, ma dire qualcosa di vero, piuttosto che pubblicare per contratto.
Come diceva De André, “se non hai niente da dire, è meglio stare zitti”. E io parlo solo quando sento di avere qualcosa da dire davvero.

C’è un messaggio che vuoi lasciare con questa canzone?

Più che un messaggio, un invito: vivete pienamente. Cercate ciò che vi accende dentro.
“Matilde Lorenzi” è una canzone sulla vita, non sulla morte. Matilde ha vissuto al 100% la sua passione, e credo che questo sia il modo più bello di onorare la sua memoria.

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