Miss Italia è il primo album in italiano del cantautore Jack Savoretti; ne abbiamo parlato in un’intervista.
Qui il link per l’acquisto del disco.
Intervista a Jack Savoretti
“Miss Italia”, un progetto che prende vita fin dal titolo, una sfida vinta grazie a un approccio convinto. Cosa rappresenta per te?
Mi sono approcciato alla composizione in italiano con curiosità, per cercare di capire la mia italianità, il mio rapporto con l’Italia. L’ho usato questo disco in un momento in cui mi serviva supporto, un aiuto perché stavo trascorrendo un periodo molto difficile della mia vita. Ho perso mio padre, la mia ancora verso l’italianità. Ho usato tutte le risorse che avevo a disposizione per tenere vivo il suo ricordo, la sua presenza.
Hai parlato di tuo padre e “Come posso raccontare”, il pezzo che ha dato il via al progetto, per te ha un significato particolare, anche perché tuo padre ha avuto modo di ascoltarlo.
È l’unica canzone da questo album che lui ha sentito, quasi due anni fa. Ho scritto questa canzone alle due di mattina, dopo aver bevuto un po’ troppo vino. Ero seduto da solo alla mia scrivania e le parole sono uscite con naturalezza. Tengo a questa canzone perché vorrei far capire che non si tratta di un pezzo di uno che canta in inglese e sogna in italiano. Ho chiamato mio padre a notte fonda per fargli ascoltare il brano. Lui mi ha detto che era una bella idea, ma c’era da lavorare. Non immaginavo che quella sarebbe stata l’unica mia canzone in italiano che avrebbe mai sentito. Quando lui mi è mancato ho capito che avevo bisogno proprio di quella sensazione che ho provato alle due di quella mattina lì.
Sono rimasto molto colpito da “Casa Colorata”, perché secondo me descrive bene il concept dell’album, ovvero il ritorno alle origini.
E’ una canzone molto personale, che ho scritto in Inghilterra dopo essere stato in Italia per tanto tempo, ad imparare come si fa a scrivere in italiano.
Mi colpisce anche l’idea che vuoi trasmettere sulla differenza tra canzoni d’amore e canzoni romantiche.
Le canzoni romantiche non devono necessariamente parlare d’amore. La morte, per esempio, può essere romanticissima. Come a volte lo è anche la leggerezza. A volte la gente sbaglia, confonde il romanticismo con qualcosa di pesante, ma non è così. Basta vedere Roberto Benigni e Charlie Chaplin per capire che la leggerezza a volte è la cosa più romantica che ci sia. Poi… il mondo è pieno di canzoni d’amore, ma ci sono poche canzoni d’amore romantiche in radio in questi giorni.
Il tuo è un disco molto libero, dove hai voluto semplicemente seguire la tua anima, la tua essenza.
Non volevo cadere nella trappola di fare un album italiano per quello che l’Italia si aspetta adesso. Volevo semplicemente che questo fosse il mio prossimo album, però in italiano. Ci sono stati dei momenti non semplici, perché non volevo diventare prigioniero della scuola, della musica, del cantautorato italiano. Sono italiano, sono cresciuto con la musica italiana, ma non sono solo quello. Sono anche inglese, cresciuto con la musica inglese e non volevo perdere una parte di me per scoprirne un’altra.
Questi due mondi sono ben presenti, per esempio, nel brano ‘Malinconia’, dove si sentono anche le tue origini British.
‘Malinconia’ forse è la canzone più universale sull’album. Ci tenevo che l’album fosse molto universale anche nei temi. La malinconia è un tema universale, anche se noi Liguri… siamo più malinconici degli altri!
Il disco è ricco di collaborazioni.
Sono molto grato ai tanti artisti hanno avuto il coraggio di collaborare con me in un’avventura sconosciuta. Nessuno sapeva come sarebbe andata a finire, però devo dire che tutti hanno accettato con curiosità. E questa è proprio la parola magica che si lega a questo album. Tutti quelli che sono stati coinvolti nel progetto si sono approcciati con la mente molto aperta.
Tra le collaborazioni spicca quella con Svegliaginevra?
Non volevamo fare una canzone di Jack Savoretti featuring Svegliaginevra, ma neanche una canzone Svegliaginevra featuring Jack Savoretti. Il nostro obiettivo era presentare le nostre idee e sposarle insieme. Eravamo tutti e due stupiti di come i nostri mondi si siano uniti come in un puzzle. E’ una delle mie canzoni preferite, non solo di questo album, ma in generale. Adoro ascoltare questo pezzo, perché c’è tanto di mio, ma c’è anche tantissimo di suo. Adoro quando collaboro con un artista e non si sente solo un ospite, ma è come me padrone di casa.
Qual è l’aspetto del disco del quale sei maggiormente orgoglioso? Ma del fatto che l’ho fatto in italiano, che non è la mia madrelingua. Io non sono solo un cantautore italiano. Io sono un cantautore inglese che ha avuto questo bisogno tremendo di esprimersi in una lingua che è mia, ma non del tutto mia. Tutto questo mi ha fatto paura. E’ stato impegnativo, ma favoloso allo stesso tempo.
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
