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Intervista a Mazzariello, in gara a Sanremo Giovani 2024

Intervista a Mazzariello, cantautore che, dopo i buoni riscontri dell’Ep Antisommossa, prova ad accedere al Festival attraverso Sanremo Giovani.

Quando l’amore e la quotidianità si fondono in un percorso senza certezze, anche le scelte più piccole e apparentemente insignificanti diventano parte di un viaggio condiviso.

È proprio di questo che ci parla “AMARSI PER LAVORO” (Futura Dischi / Epic Records Italy). Con questo brano, Mazzariello affronta il tema delle relazioni e della quotidianità con uno sguardo disincantato e profondo, capace di rappresentare un’intera generazione.

Il senso del brano emerge chiaramente anche dalle immagini del videoclip, diretto da Vincenzo Ferrara, che ritraggono il cantautore tra le strade di Milano di notte: il racconto sincero di un’incredibile normalità.

Il cantautore racconta: «È un brano che ho scritto perché penso ci sia una somiglianza tra noi e le macchine dei nostri genitori. È una canzone leggera, nata nei momenti in cui ero distratto nei momenti di leggerezza più semplici e quotidiani».

Mazzariello spiega come, spesso, le sue riflessioni prendano forma in situazioni di ordinaria normalità: «Quando con i miei amici, a fine serata, davanti a un distributore di un autolavaggio, tiriamo le somme di chi siamo e di chi vorremmo essere, in modo più o meno consapevole pensiamo che la giovinezza non ci abbandonerà mai e quindi non cerchiamo ripari».

E poi c’è l’amore, la scelta ripetuta e mai scontata di condividere la vita con qualcuno: «Racconto della vertigine che ci può dare l’amore quando scegliamo, giorno dopo giorno, la stessa persona, la progettualità quotidiana, senza sapere come sarà il giorno dopo».

Intervista a Mazzariello, in gara a Sanremo Giovani 2024

Mazzariello, benvenuto su iMusicFun! Come ti senti a poche ore dall’esibizione in diretta tv?

Tutto bene, grazie! Anche se sono davvero in un vortice di emozioni, manca poco all’esordio a Sanremo Giovani e devo dire che l’agitazione è tanta. È una tensione positiva però, mi mantiene vivo e mi stimola. Certo, ieri ero un po’ teso, ma adesso mi sento più sereno. Ho passato questi giorni provando e riprovando il pezzo, e anche facendo i conti con qualche paranoia… ma sono pronto!

Sanremo Giovani è un traguardo importante, rappresenta anche una tappa significativa del tuo percorso musicale. Che valore ha per te questa esperienza?

Per me essere a Sanremo Giovani è qualcosa di straordinario, è difficile da spiegare a parole. Da fuori, magari può sembrare solo un’altra esibizione televisiva, ma per me è molto più di questo. È un’opportunità enorme di crescita, di confronto e di scoperta. Non vedo l’ora di affrontare tutto questo, di mettermi alla prova e di capire come reagirò. Già solo partecipare mi sta arricchendo tantissimo. Ho conosciuto artisti bravissimi e sto accumulando un bagaglio di esperienze che so che mi servirà anche in futuro, non solo come artista ma anche a livello personale.

Sanremo è sicuramente una grande vetrina, ma parlando della tua musica, il pezzo che presenti, Amarsi per lavoro, sembra una naturale evoluzione del tuo stile. Com’è nata questa canzone?

Amarsi per lavoro è un brano molto personale e spontaneo. Non è nato pensando a Sanremo, ma è arrivato da solo, come se avesse deciso lui quando era il momento giusto per nascere! È venuto fuori verso la fine di agosto, inizio settembre, in un periodo di riflessione per me. Agosto è stato un mese di decompressione, e ho avuto modo di fare il punto su diverse cose che ho vissuto durante l’anno. Questo mi ha portato a tirare fuori alcune emozioni che poi sono diventate la base della canzone. Spesso con i miei amici ci ritroviamo in un posto vicino al mio paese, Siano, in provincia di Salerno. È un autolavaggio, accanto a una stazione ferroviaria dove passa un solo treno al giorno e c’è un take-away aperto 24 ore. Questi momenti di leggerezza con loro hanno ispirato l’atmosfera della canzone.

È interessante come tu riesca a cogliere e trasmettere nelle tue canzoni la bellezza delle piccole cose, delle esperienze quotidiane. Come fai a trasformare sensazioni così personali in musica?

Per me è sempre stato naturale. Sono abituato a essere trasparente con quello che sento, forse perché non ho paura di esprimermi, sia nella vita quotidiana che nella musica. Non mi vergogno di raccontare le mie emozioni, anche quelle più vulnerabili, e credo che questa sincerità sia ciò che rende autentiche le mie canzoni. Certo, è un processo che richiede esercizio e consapevolezza, ma alla base c’è una naturale apertura verso le mie emozioni.

Nel videoclip di Amarsi per lavoro, cammini di notte per le strade di Milano, in un’atmosfera molto intima. Qual era il messaggio che volevi trasmettere?

Il video è stato girato da Vincenzo Ferrara, che cura tutti i miei video. Con lui volevo rappresentare una quotidianità che mi appartiene, ma anche la distanza. Milano non è la mia città, vengo da Salerno, e credo che questa differenza si percepisca. Lambrate, dove abbiamo girato, è un quartiere che per me rappresenta una sorta di “distacco” dalla mia routine. In Amarsi per lavoro parlo anche di distanze, sia fisiche che emotive, e volevo che questo fosse evidente nel video. L’amore e il viaggio sono, per me, i mezzi con cui affrontare queste distanze.

Sì, e questa semplicità, questa normalità quotidiana, è qualcosa che risalta molto nella tua musica. Come riesci a mantenerti ancorato alla tua semplicità in un mondo, come quello musicale, spesso pieno di sovrastrutture?

Non è facile, ti dico la verità. Rimanere semplice e trasparente richiede un impegno costante e una certa consapevolezza di sé. In un mondo come quello della musica, è facile lasciarsi prendere dalle aspettative, dalle costruzioni che ti vengono proposte. Essere sincero e accettare la propria vulnerabilità richiede molto coraggio. Non è una cosa che riesce sempre spontanea, anzi. Ci vuole allenamento per riconoscere e apprezzare lo straordinario nella semplicità. Questo è quello che cerco di fare ogni giorno.

Ripensando ai tuoi primi singoli, come Pubblicità Progresso e Non chiamarmi amore, cosa è cambiato nel tuo modo di scrivere?

Direi che il cambiamento maggiore è iniziato proprio da Pubblicità Progresso. Con quella canzone ho sentito che stava nascendo qualcosa di nuovo, qualcosa che sentivo mio, in cui riconoscevo una sincerità che non avevo mai espresso a quel livello. Da lì ho iniziato a prendermi più sul serio, a dedicarmi alla musica con più consapevolezza, senza perdere però quella genuinità che è fondamentale per me.

Tra le tue esperienze più importanti, c’è il concerto del Primo Maggio. Quanto ti ha influenzato questa esperienza, soprattutto pensando al palco di Sanremo?

Tantissimo. Il concerto del Primo Maggio è stato un momento decisivo, era la mia prima apparizione televisiva nazionale. Con tutto quel pubblico, le telecamere, è stato un impatto forte, ma mi ha aiutato a prendere confidenza con un certo tipo di palco. Quando poi sono arrivato a fare i provini per Sanremo Giovani, mi sentivo più preparato, più a mio agio con le telecamere. È un’esperienza che, nel mio piccolo, mi ha insegnato molto.

Cosa rappresenta Sanremo per un artista della tua generazione?

Il palco dell’Ariston e Sanremo in generale rappresentano un’importante opportunità di comunicazione per gli artisti della mia generazione, permettendoci di arrivare a un pubblico vasto e di mostrare chi siamo realmente. Questo evento aggiunge uno strato di racconto alla nostra generazione, mettendo in evidenza la nostra autenticità di fronte ai grandi classici e ai big della musica italiana. Credo che la mia sia una generazione molto bella, piena di potenziale, e vedo lo stesso nei più giovani, quelli che verranno dopo di noi.

Partecipare a Sanremo è un’occasione per farci conoscere proprio ora che ci troviamo in una fase della vita in cui non siamo ancora completamente disincantati. Questa nostra capacità di lasciarci stupire, di essere ancora ‘incantati’, ci ricorda che alla fine tutto ruota attorno a cose semplici e genuine. Essere su quel palco è un modo per celebrare questa semplicità e per condividere il nostro sguardo sincero sul mondo.

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