Intervista a Nicolò Filippucci, a poche ore da Sarà Sanremo; l’artista si prepara a vivere uno dei momenti più importanti del suo giovane percorso artistico. Con “Laguna”, power ballad intensa e malinconica, il cantautore umbro è riuscito a conquistare pubblico e streaming, affermandosi come uno dei nomi più solidi di Sanremo Giovani 2025.
In questa intervista, Nicolò racconta la genesi del brano, il lavoro sull’interpretazione, l’importanza dell’identità artistica e il valore simbolico del Festival, vissuto con emozione ma anche con grande consapevolezza.
Intervista a Nicolò Filippucci, in gara a Sanremo Giovani 2025
Nicolò, come sta andando la preparazione a Sarà Sanremo?
Sta andando bene, davvero. Ci stiamo preparando tutti con grande attenzione. Ovviamente più ci si avvicina e più sale l’emozione, c’è quell’adrenalina mista a tensione che è inevitabile, però sono molto contento e non vedo davvero l’ora di salire sul palco.
“Laguna” sta funzionando molto bene anche dal punto di vista dello streaming. Secondo te cosa ha colpito di più il pubblico?
Credo soprattutto la storia del brano. È una storia in cui tante persone possono ritrovarsi: parla della fine di una relazione, di qualcosa che si è concluso da poco. Racconta quei sentimenti confusi, fragili, che arrivano quando una storia importante finisce e non si è ancora pronti a lasciarla andare del tutto.
Rispetto al tuo EP pubblicato qualche mese fa, con “Laguna” sembra esserci stato uno step ulteriore anche nella scrittura. Come hai lavorato su questo pezzo?
Sì, sicuramente dietro “Laguna” c’è stato tanto lavoro. Il brano è stato scritto da Riccardo Schiara e Leonardo La Macchia, e poi l’abbiamo sviluppato insieme. Alla produzione c’è Gianmarco Grande. È stato un lavoro molto curato, fatto con attenzione e sensibilità. Sono davvero contento del risultato e anche della scelta di portare questo brano a Sanremo Giovani, perché è una canzone in cui mi riconosco molto.
“Laguna” è una power ballad intensa, sospesa tra malinconia e luce. Come hai lavorato sull’interpretazione vocale per restituire questa precarietà emotiva?
In realtà ho cercato semplicemente di parlare di me stesso. Ho provato a mettere nella mia interpretazione la mia storia, il mio vissuto. Credo che questa sia la chiave: dare se stessi al pezzo, senza forzare nulla. Quando c’è verità, arriva anche a chi ascolta.
Il percorso di Sanremo Giovani prevede diversi step: audizioni, selezioni, semifinale. Quanto è stato importante per te aver già fatto esperienza televisiva ad Amici?
È stato sicuramente importante. Ad Amici abbiamo fatto una vera e propria gavetta: otto mesi intensi, di lavoro continuo, ma anche di televisione. Essere lì ogni giorno davanti alle telecamere ti insegna molto. Detto questo, ho sempre cercato di vivere tutto in modo naturale, senza farmi condizionare troppo dal mezzo televisivo. Cerco sempre di essere me stesso, ed è quello che continuo a fare anche qui a Sanremo Giovani.
Con “Laguna” sembri aver messo a fuoco ancora di più la tua identità artistica. Quanto è importante per te questo aspetto?
È fondamentale. Credo che tutto stia nel raccontare se stessi nel modo più sincero possibile. Nella musica, secondo me, la verità vince sempre. Quando sei autentico, il pubblico lo percepisce.
Sanremo resta un luogo simbolico della musica italiana. Cosa rappresenta oggi per te e per la tua generazione?
Resta un palco simbolico, senza dubbio. Io sono cresciuto guardando il Festival di Sanremo, fa parte della nostra cultura musicale. È un palco importantissimo, su cui tanti artisti italiani sognano di esibirsi. È vero che negli anni la percezione può cambiare, soprattutto per i più giovani, ma Sanremo rimane il grande palco della musica italiana.
C’è una canzone della storia del Festival che avresti voluto cantare?
Ce ne sono tante, ma se devo sceglierne una direi “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini. È una delle canzoni più belle in assoluto.
Cosa ti colpisce di quel brano e come immagini una tua possibile interpretazione?
Mi colpisce la forza emotiva con cui viene cantata, la potenza del testo, il modo in cui arriva dritta. Ovviamente non potrei mai avvicinarmi alla grandezza di Mia Martini, però cercherei di dare una mia interpretazione, qualcosa di personale. Sarebbe una sfida enorme, ma bellissima.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
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