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Intervista a Pacifico a Sanremo 2025: “Il pubblico ha voglia di cantautorato”

Pacifico

Intervista a Pacifico, artista poliedrico che partecipa al Festival di Sanremo 2025 in veste di co-autore del brano Viva la vita di Francesco Gabbani.

Intervista a Pacifico

Pacifico, da quanto tempo mancavi da Sanremo?
La cosa divertente è che vengo spesso qui perché la mia compagna e mia suocera vivono in zona. All’Ariston vado spesso al cinema. Per quanto riguarda il Festival, invece, l’ultima volta che sono stato fisicamente presente è stato quando ero in gara. In questi anni ho partecipato come autore di alcune canzoni, ma di persona era un po’ che non venivo.

Quest’anno sei co-autore del brano di Francesco Gabbani, Viva la Vita, una collaborazione che prosegue dal 2020. Avete lavorato insieme anche per Viceversa, il brano portato in gara a Sanremo.
Sì, esatto. Da Viceversa abbiamo iniziato a collaborare, poi sono seguite altre cose, compresi alcuni singoli estivi. Abbiamo continuato fino ad arrivare a questa canzone, che era un appunto che Francesco aveva. Ci siamo ritrovati un pomeriggio e l’abbiamo sistemata per bene.

Che tipo di idea musicale vi accomuna? Dal punto di vista artistico avete un approccio molto simile.
Lui è un musicista vero. È figlio d’arte in un certo senso, perché i suoi genitori avevano un negozio di strumenti musicali molto importante. Mi raccontava che, prima di diventare noto, è salito un paio di volte sul palco durante i miei concerti. Ha fatto una lunga gavetta, e questo crea un legame particolare. Il percorso di chi si fa strada da solo è duro: può deprimerti, ma al tempo stesso ti fortifica. È una strada che hanno percorso in molti, da Francesco stesso a Brunori Sas, passando per altri artisti che sono partiti con venti spettatori, poi quaranta, cinquanta, fino a raggiungere un pubblico più ampio. Ma con un’identità musicale solida.

In questo Festival firmato Carlo Conti si nota un ritorno al cantautorato, che per un po’ era mancato.
Sì, e questo dimostra che il pubblico ha voglia di cantautorato. Il Festival offre sempre segnali da cogliere: non è solo un grande show televisivo, ma ha tante sfaccettature. Negli anni scorsi si è cercato di avvicinare i giovani, portando la musica che ascoltano, anche le band meno presenti in TV. È stata un’operazione di rinnovamento importante, ma forse ha un po’ soffocato la quota cantautorale.

Si è discusso molto dell’eccesso di brani firmati da team di autori numerosi, rispetto ai cantautori puri.
Esatto. Si parla spesso di brani scritti da sei o sette autori, mentre il cantautore che porta avanti la propria poetica per anni era meno rappresentato. Ora vedo che questo ritorno alla canzone d’autore sta funzionando molto bene. Il pubblico la accoglie con entusiasmo, e credo che la solidità di queste proposte sia proprio ciò che la gente ha voglia di incontrare.

Tu hai partecipato a Sanremo come artista due volte: nel 2004 con Solo un sogno e nel 2019 con Ornella Vanoni e Tony Bungaro in Imparare ad amarsi. Che ricordi hai di quelle esperienze?
Ho due ricordi molto diversi. Nel 2004 mi sono sentito completamente impreparato: Sanremo è una prova professionale incredibile. Cantare con un’orchestra è un’esperienza rara per un artista oggi, e io ero un principiante, nonostante avessi già 40 anni. Quando l’orchestra ha iniziato a suonare, mi sono reso conto della sua potenza e del fatto che non avevo il controllo. È stata un’esperienza difficile, non mi sono divertito molto.

Con Ornella Vanoni, invece, com’è stato?
Fantastico. Stare accanto a una leggenda come lei è stata un’esperienza unica. Ancora oggi continuiamo a collaborare, nonostante i suoi oltre 90 anni. Ornella ha sempre idee, progetti, energia. Ricordo la sua esibizione a Sanremo come un momento emozionante e irripetibile.

Negli anni, molte delle tue canzoni hanno partecipato al Festival, anche grazie a interpreti come Malika Ayane. C’è un brano a cui sei particolarmente affezionato?
Forse Ricomincio da qui di Malika Ayane. Abbiamo lavorato insieme anche ad altri brani. È sempre bello essere parte di un progetto in cui un’artista trova la sua voce e cresce. Malika ha una forza incredibile, e ho la fortuna di frequentarla ancora oggi. Anche il brano con Ornella rimane un’esperienza indimenticabile.

Il 2024 è stato un anno positivo per te: hai scritto alcuni brani per il nuovo album di Gianna Nannini e hai lavorato con Neri Marcorè.
Sì, più che altro con Neri è stata un’occasione per scrivere una colonna sonora, cosa che mi capita di tanto in tanto. Lui è un caro amico, ci conosciamo da anni e ci vediamo spesso. Paradossalmente, proprio perché siamo amici, è stato un lavoro esigente: entrambi volevamo dare il massimo. È stato bello e divertente, perché Neri è davvero come lo si immagina: una persona meravigliosa.

Cosa ci aspetta per il 2025?
Ci sono tanti progetti in cantiere… Non so se ci rivedremo a Sanremo, ma sicuramente ci rivedremo!

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