Romina Falconi

ROMINA FALCONI il 5 gennaio 2024 si esibirà in un imperdibile concerto in data unica a Milano presso Santeria Toscana 31 (Viale Toscana 31, Milano – inizio concerto ore 21.00).

L’appuntamento dal vivo sarà una vera e propria celebrazione anche dell’attività discografica di Freak&Chic, l’etichetta di cui Romina Falconi è socia e direttrice artistica. Ad aprire il concerto ci sarà CROCE ATROCE, drag queen da poco uscita con il suo nuovo album ‘Queer Eleison’, mentre durante il set della cantante di Tor Pignattara saliranno sul palco IMMANUEL CASTO e ROBERTO CASALINO.

Romina Falconi per l’occasione eseguirà dal vivo insieme alla sua band (Nikk Savinelli, Nello Savinelli, Fil Colombari) alcuni brani tratti dagli album “Certi Sogni Si Fanno Attraverso Un Filo D’odio” e “Biondologia (L’arte di passeggiare con disinvoltura sul ciglio di un abisso)” insieme con i nuovi singoli “La Suora”, “Lupo Mannaro” e la nuovissima “Maria Gasolina” (Freak & Chic / ADA Music Italia – https://ada.lnk.to/mariagasolina) che anticipano “Rottincuore“: il concept album in uscita nei prossimi mesi della cantautrice che ha come protagonisti una galleria di peccatori.

«Torno sul palco con i miei musicisti, che chiamo amorevolmente “i Disumani”, e lo faccio nella città che mi ha permesso di osare e di approfittarmi sfacciatamente della libertà. Milano.  Il palco è l’unico posto in cui divento quella che vorrei essere pure nella vita di tutti i giorni – afferma Romina Falconi  La verità è che nel quotidiano mi muovo con passi leggeri per non disturbare, e sento di avere la stabilità delle piume. All’opposto, quando mi esibisco live, rido e piango le mie melodie e sento che è possibile tutto. Questa è una data unica, sarà un confessionale musicale. Parlerò e canterò tanto, il mio pubblico lo sa e mi vuole proprio così.  Eccola la mia idea di paradiso: sei capace di tutto, impari a ridere di ciò che non dovresti, racconti pure il peggio, e ti torna indietro una carezza». 

In questo nuovo progetto ogni canzone è la descrizione di un’ombra psicologica e viene accompagnato dall’uscita di un meta-libro, il “Rottocalco“, dove vengono sviluppati su carta i temi del brano con scritti di Romina, psicologi, giornalisti e illustratori.

Intervista a Romina Falconi, il 5 gennaio in concerto alla Santeria di Milano

Romina Falconi, sei reduce dal Lucca Comics, dove hai portato per la prima volta il centro d’ascolto “Rottincuore” andando a ripercorrere anche un format che hai avuto modo di sperimentare più e più volte.

È stato un esperimento pazzesco perché in un contesto fieristico come può essere quello della fiera di fumetti e di giochi più importante d’Italia, dove arrivano veramente migliaia di persone, io un po’ avevo paura all’inizio. Io ho sempre paura, la mia costante è la tremarella tutte le volte che tengo a qualcosa.

E’ stato molto bello però riscontrare che il centro era sempre pieno, le confessioni sono state dalle rinascite, ai problemi tipo peperonata che si ripropongono nella vita. Hai presente, ogni due/tre anni incappo in questo tipo di personaggio oppure vengo attratto da questo tipo di persona che si comporta così e quindi poi in blocco si parla tutti insieme. Quest’anno ho portato anche la mia amica psicologa, Monia D’Addio, perché è vero che nasce come un confessionale dove può parlare chiunque, però è bello che ad ascoltare certe ombre ci sia una persona esperta soprattutto in materiale umano ed emotivo.

Per la prima volta hai venduto il volume 3 di “RottoCalco, meno chiacchiere e più atti notarili”!

Esatto! Questa è stata una pazzia, Zani, c’è il mio socio che mi dice: “Romina, tu ti sei buttata dalla musica che comunque è un mercato in crisi, all’editoria che è un mercato ancora più in crisi!” ma perché le cose facili non ci avranno mai! In sostanza, io ho voluto fare questa galleria di peccatori che si chiama “Rottincuore” che sarà un disco che uscirà a breve, poi a breve avremo anche una benedetta data e sono così contenta.

Ogni canzone è un peccatore che ha un’ombra psicologica bene in vista, però faccio parlare il peccatore, agli occhi di se stesso o degli altri, e mi ero chiesta se tre minuti di canzone mi bastassero. Poi ho detto… Facciamo un esperimento, visto che a me non piacciono le cose regolari e mi piace reinventare le regole, nel senso che, io credo nelle regole e credo che siano fondamentali, però nel momento che una persona vive nella creatività, è bello riscriverle un po’, no? E buttarla in caciara, come direbbe mia sorella. E quindi a un certo punto ho creato questo libro che da fuori appare come un magazine, però dentro ha un lavoro corale bellissimo.

Ci sono scritti di scrittori, giornalisti, c’è il manga di Marco Albiero che è il disegnatore del merchandising ufficiale di Sailor Moon europeo, insomma dei buoni partiti, come si dice. Ci sono fumettisti, scritti miei che rispetto ai professionisti sono il paziente tipo, ma va bene così. Ci sono l’antropologa Elena Nesti, la psicologa Monia D’Addio che è l’amica che mi accompagna nei centri d’ascolto. Volevo fare il sacro e il profano, le risate e gli studi nerd. I grandi classici che trattano di questi argomenti. Non pensavo di arrivare nemmeno al secondo, invece sta andando via come il pane. Per questo sono molto grata, perché non è mai scontato, soprattutto quando hai un progetto indipendente.

La Suora”, “Lupo Mannaro”, “Maria Gasolina”. C’è una trilogia che anticipa anche quello che sarà il tuo nuovo lavoro. Sacro e profano e tanta, tanta ironia.

L’ironia non deve mancare mai, non posso parlare per gli altri, ma personalmente mi ha salvato la vita. Se noi riusciamo a ridere anche di cose su cui non c’è niente da ridere, abbiamo vinto tutto. Lo diceva Nietzsche, chi è capace di ridere anche delle tragedie della propria vita è sul tetto del mondo. E Nietzsche è uno di noi, non ha avuto una vita facile, quindi mi piace tanto nominarlo così, ce l’ho sul comodino, a me porta fortuna.

Secondo me una persona non deve darsi limiti se si tratta di opere artistiche, di creatività, di sfoghi. Una persona non deve mai mettersi nella condizione di essere inibito. Tutto si può fare, secondo me, e lo dico proprio da una reduce della questione dell’osare, perché magari a volte osare ti salva la vita, Zani, te lo giuro. E quindi lo dico anche con grande entusiasmo, cioè, questo ottimismo che mi pervade perché, dopo tanto lavoro, dopo tanto studio, secondo me le cose si possono fare, fatte bene, anche quando si è indipendenti e si fanno, se mi permetti il termine, le proprie marmellate musicali.

Mi viene in mente anche quello che hai già fatto precedentemente, per esempio, con Cadono Saponette.

Sì, ma sai perché? Perché io ho sofferto tantissimo questa cosa. Io praticamente facevo il giro delle sette chiese come si dice a Roma, dei discografici, e mi dicevano che io ero troppo pop per essere indie. Andavo da quelli pop ed ero troppo indie per essere pop. Quindi non sapevo che fare, perché tutte queste etichette? Però lo capisco, a livello di mercato è importante. Quando fai delle cose sopra le righe e le fai in una maniera originale, all’inizio fanno fatica a maneggiarti le persone, allora senza aspettare il discografico sul cavallo bianco, il discografico azzurro, mi sono fatta con i miei soci una società, la Freak ‘n’ Chic, perché abbiamo detto, “pensiamoci noi al nostro futuro perché, se aspettiamo gli altri, buonanotte”. Sono uscite le canzoni, ma le mie, proprio perché sono sempre stata particolare e strana e proprio perché toccano degli argomenti un pochino delicati e a volte anche frizzantini, mi piaceva l’idea di lanciarle in una maniera, come dire, sopra le righe, ma perché è il bello anche della comunicazione.

Io adoro fare questi esperimenti sociali, probabilmente in un’altra vita devo essere stata una sociologa e quindi mi piace vedere la pancia della gente come reagisce, cioè la massa, come reagisce a delle cose. Il cartello Cadono Saponette fuori dall’Agenzia delle Entrate per esempio, l’avevo fatto; era diventato virale la sposa abbandonata per “Le 5 fasi del dolore”, dove ho mandato in giro questa mia amica attrice bravissima, che piangeva disperata e tutti a fotografarla! Invece di avvicinarsi, la fotografavano e mi faceva strano il fatto che di fronte al dolore rimaniamo un po’ impietriti, non so come dire…

Per Ringrazia che Sono una signora, ho fatto un cartellone di “shame on you” verso un ipotetico traditore, cattivo, e adesso invece qua volevo rappresentare appunto l’emblema dell’ultimo singolo che è Maria Gasolina. Una ragazza che sta con un

uomo molto più vecchio di lei e dal conto in banca completamente diverso, quindi uno molto ricco. Volevo affrontare questo argomento perché ho scoperto che alcuni di questi, nella vita faranno sempre scalpore, non so come dire. Quando vediamo per strada una giovane donna o un giovane uomo con una persona molto più grande e facoltosa, il primo pensiero che facciamo è dire, ci sarà un secondo fine, perché l’uomo è un animale sociale e i pregiudizi ce l’ha.

La signora Marcella, che affitta delle vetrine in zona metro Duomo a Milano, ormai mi ha adottato, ha capito che sono una matta e indipendente e mi ha dato quest’occasione. Ho attaccato questo cartellone, una dichiarazione d’amore del signor Gastone verso la sua Maria, “Maria, se torni da me ti intesto tutto”.

Quando fai questi esperimenti e non metti il prodotto, cioè la canzone, rischi o la gloria o l’avviso, stavolta è stata gloria e meno male Zani, perché io ho grande coraggio nella creatività, poi quando si avvicina il momento dell’uscita, mi sento male, mi vengono proprio le coliche! Sono molto emotiva a livello d’ansia. Tuttavia, ero davvero contenta, la cosa bella è stata che, quando finalmente è uscito Maria Gasolina, siamo finiti nel New Music Friday di Spotify, insomma, è partito col botto. La canzone sta andando bene, sono molto fiera.

Tutte le tue canzoni non sono mai scontate, lo vediamo anche con “Magari muori”, che è diventata la sigla di un programma televisivo e fa strano sentire la tua voce anche in quel contesto.

Non l’avrei mai detto nella mia vita di avere una mia canzone come sigla, ti rendi conto? Una delle canzoni più di successo della mia vita si chiama “Magari muori”, ma posso essere normale? No, è normale che qualsiasi cosa che farò, sarà un pochino sopra le righe capito?

In quella canzone c’è una frase che prima o poi tatuerò: “Riporta al cielo il tuo corpo usurato, per dare la prova che è proprio apprezzato”…

A volte ci scordiamo che la vita è un attimo, dobbiamo vivere secondo ciò che riteniamo giusto per noi, non per gli altri, ecco perché io dico di essere strana, magari tanti mi vedono così, magari il mio percorso sarà difficile eccetera, però è bellissimo fare una cosa che ti calza a pennello. E tu lo sai molto bene Zani. Lo vedo nel settore musicale, tutti dicono che è in crisi, eppure ci sono tantissime persone che ci mettono veramente il cuore. Il fatto che ci sia qualcuno che ti aiuti come, per esempio, stai facendo tu con me, a spargere la voce, mica è scontato! Siamo bombardati di offerte musicali se ci pensi, è cambiato tutto il modo di fare musica ma proprio perché è cambiato tutto, è bene ogni tanto buttarla in caciara e riscrivere le regole.

In tutto questo mi sorprende anche la tua collaborazione con Roberto Casalino, una persona eccezionale, iper-simpatica, però è sempre stato visto come un personaggio molto più posato. Con te si sta lasciando andare.

Quando l’ho conosciuto balbettavo. Io ero incredula ed è nata questa amicizia. Abbiamo scritto tante canzoni insieme, la prima è stata proprio Maria Gasolina e a me scioccava. Io lo chiamo sua Casalinità, è uno che ha riscritto la musica italiana, è uno degli autori di punta italiani, pazzesco, poi un cantautore con una voce della Madonna, a volte mi rimanda i provini con la sua voce e io impazzisco. in sostanza mi è piaciuto tantissimo il modo in cui riesce a entrare nella tua vita con un rispetto incredibile. Ha sposato la causa, io lo amo, ho fatto delle dichiarazioni d’amore proprio sfacciate e mi sento fortunata perché, quando, secondo me, una persona di quella caratura sposa la causa di una persona indipendente… tu sai benissimo che la musica indipendente deve lavorare il doppio per ottenere la metà di quello che vediamo in giro.

Videointervista a Romina Falconi

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