Esce venerdì 3 ottobre 2025 in formato fisico e su tutte le piattaforme digitali “MET GALA”, il primo album di Sarah Toscano. Qui il link per l’acquisto di una copia.
L’album sarà presentato live durante le date dal vivo nei club di Milano e Roma, che hanno già registrato il sold out e che si terrannorispettivamente il 18 ottobre ai Magazzini Generali e il 25 ottobre presso Largo Venue.
Con “MET GALA” Sarah Toscano sceglie di raccontarsi senza filtri, attraverso brani che rispecchiano diversi lati della sua personalità e che presentano un mood ogni volta diverso. Dalle atmosfere più romantiche e malinconiche, a quelle più positive e luminose, l’artista mette a nudo la propria essenza, affiancando momenti di confidence e spensieratezza a note più introspettive e delicate. “MET GALA” è il primo, vero biglietto da visita dell’artista, che si mostra in tutte le sue preziose sfaccettature, tra elementi autobiografici e racconti universali in cui tutta la sua generazione può facilmente riconoscersi.
Questo album nasce dopo un anno di ricerca e sperimentazione in studio, e porta con sé la voglia di continuare a esplorare nuove strade musicali. Il progetto è anche un augurio personale, un invito a guardare con fiducia al futuro, verso un percorso sempre più luminoso in mezzo a tutte le stelle che già partecipano a questa brillante festa.

Intervista a Sarah Toscano, l’album “Met Gala”
Sarah, Met Gala è il tuo primo album: cosa rappresenta per te questa uscita?
È una tappa fondamentale del mio percorso. È un momento in cui sento di avere tanta voglia di fare, di sperimentare e di mettermi in gioco. In questo disco c’è proprio il mio desiderio di provare cose nuove, quasi fosse un grande esperimento, ma anche un divertimento.
Nel disco sembri davvero esserti divertita e aver sperimentato molto. Come si è svolto il lavoro in studio?
Ho capito di voler sperimentare già durante Amici. Avevo 18 anni allora, oggi ne ho 19: non è cambiato molto, ma ho compreso che non mi piace chiudermi in un solo genere. La musica che voglio fare non deve avere etichette. Fin da subito, dopo Amici, ho provato suoni diversi, timbri vocali differenti, atmosfere nuove. Ogni pezzo nasce dal mio umore: Baldoria, ad esempio, è nata in un momento di felicità; Maledetto Ti Amo da una storia personale intensa; Dopo di te in una fase più malinconica.
Nel disco dimostri grande versatilità vocale. Come hai lavorato su questo aspetto?
Ho iniziato un percorso con una vocal coach che mi ha aiutata tantissimo. Più canti, più vai in studio, più impari e migliori. Fino ad Amici non avevo esperienze professionali, cantavo solo a casa. In studio ho provato timbri diversi, falsetti, nuove tecniche: è stato un gioco ma anche una crescita artistica.
Quanto hanno influito le esperienze live di quest’estate, come il Red Valley Festival, sul tuo modo di scrivere e interpretare?
Tantissimo. Quando scrivevo Met Gala, ad esempio, immaginavo già il pubblico che batteva le mani insieme a me. È bellissimo pensare a come una canzone, nata in studio, possa trasformarsi sul palco. L’energia live dà una forza diversa alla musica.
Se dovessi riassumere la narrazione di Met Gala?
Met Gala sono io, qui e ora. È la mia prima occasione per mostrarmi, sia artisticamente che umanamente. Racconto chi sono, cosa penso e come vivo. È un inizio, ma con tanta voglia di crescere ancora.
Uno dei pezzi che più ho apprezzato è Caos. Cosa rappresenta per te?
È stato il primo pezzo scritto dopo Amici, quindi ha un valore speciale. Volevo creare un mood un po’ alla Nelly Furtado. Racconta una vita che corre veloce: se non riesci a starmi dietro, è meglio non provarci. È un pezzo sincero, nato dal mio bisogno di dire le cose come stanno.
Anche Match Point ha un significato particolare, con tanti riferimenti al tennis.
Sì, volevo raccontare la mia passione per il tennis usando le sue parole e metafore per parlare della vita. È un gioco di rimandi, ma anche un messaggio universale: lo sport insegna tanto anche nella quotidianità.
Parliamo delle collaborazioni: Carl Brave e Mida. Due mondi diversi, ma con cui sei riuscita a trovare un punto di incontro.
Con Carl Brave è stata un’esperienza bellissima: produce da solo, fa tutto lui, e in studio c’era solo lui. È un artista enorme ma soprattutto una persona umile e speciale. Con Mida invece c’è un rapporto di amicizia che si è trasformato in sintonia musicale. Scrivere con lui è stato naturale, ci siamo trovati subito.
Hai collaborato anche con artisti internazionali, come gli Ofenbach a Sanremo. Quanto è diversa un’esperienza del genere rispetto a una collaborazione italiana?
È diversa, soprattutto perché non lavori sempre in presenza. Con gli Ofenbach abbiamo fatto una combo su brani già esistenti, non da zero. Ma la loro visione musicale è davvero differente: hanno un approccio unico, e da loro c’è sempre tanto da imparare.
Due anni fa, proprio di questi tempi, stavi entrando ad Amici. In cosa ti senti cambiata e in cosa sei rimasta la stessa?
Sono cresciuta soprattutto artisticamente. Ho più sicurezza in me stessa e sto imparando tanto dalle esperienze che sto vivendo. Come persona, però, mi sento la stessa: magari un po’ più consapevole, ma sempre io.
Credits: @dopoesco (Luca Pipitone)

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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