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Intervista a Senza Cri: “Tokyo Nite è un viaggio tra realtà, immaginazione e contaminazioni sonore”

Senza Cri

Intervista a Senza Cri che, dopo l’esperienza intensa ad Amici 24, torna con un progetto che segna una svolta nella sua carriera: Tokyo Nite, il suo primo EP ufficiale (ADA Music Italy/Warner Music Italy). Qui il link per l’acquisto di una copia fisica.

Un lavoro che unisce istinto, immaginazione e contaminazioni sonore, capace di raccontare con sincerità il percorso di crescita artistica e personale della cantautrice pugliese. In questa intervista, Senza Cri ci accompagna alla scoperta del suo nuovo mondo, tra emozioni viscerali, viaggi interiori e una musica che rifiuta le etichette per parlare solo con la voce della verità.

Intervista a Senza Cri, l’Ep “Tokyo Nite”

Il nuovo EP “Tokyo Nite” segna una nuova fase del tuo percorso artistico. Cosa rappresenta per te?
Per me è un’evoluzione, una vera ripartenza. Tokyo Nite è un progetto che risveglia tante parti di me e mi rende, artisticamente, molto più matura rispetto al passato. Dopo l’esperienza ad Amici, sentivo il bisogno di creare qualcosa di pieno, emotivo, sincero. Questo EP è un viaggio tra realtà e immaginazione: ogni brano è un frammento di questo percorso, raccontato con occhi nuovi.

Il concept del disco è molto visivo, quasi cinematografico. Come nasce questo approccio?
Tutto nasce in modo naturale. Quando scrivo, visualizzo. Per me scrivere è prima di tutto immaginare: vedo scene nella mia testa e poi le trasformo in musica. L’idea del viaggio – anche solo nella mente – mi ha sempre affascinata. Quando si parte, si guarda tutto con occhi diversi. Tokyo Nite è proprio questo: uno sguardo nuovo sul mondo.

Nel disco si percepisce molto istinto e contaminazione. Quanto è importante per te sperimentare anche a livello sonoro?
Per me la musica è viscerale, è l’unico posto dove smetto di pensare. Non riesco a incasellarmi in un solo genere, perché ho sempre assorbito tanto da tutto ciò che mi circonda. Non voglio che la mia musica sia una “stanza bianca”, ma una tela dove posso disegnare qualsiasi cosa. In questo EP ci sono pop, urban, suggestioni elettroniche. Ma il filo conduttore resta la mia voce, il mio racconto.

Trovare un’identità personale, oggi, non è facile. Come si è sviluppato il processo che ti ha portato a trovare la tua consapevolezza artistica?
Mi ha aiutato tanto il tempo, la crescita, ma anche l’isolamento volontario. Prima di questo EP ho dovuto chiudere le porte, ignorare le tendenze, capire cosa davvero mi piacesse. Spesso si pensa che se qualcosa non “funziona” allora non sia valida. Io credo il contrario: voglio fare la moda, non seguirla. Questo disco è il risultato di una ricerca interiore che ho portato avanti con determinazione.

Ad Amici sei riuscitƏ a rimanere te stessƏ. È stato difficile?
Sì, ma non posso uscire da me stessƏ. Per troppo tempo non mi sono accettata, quindi ora ho bisogno di far valere ciò che sono. Ad Amici mi hanno sempre aiutata a esprimermi, e questo è stato fondamentale. I commenti negativi ci sono sempre, ma io vado avanti per la mia strada, perché è l’unica che posso percorrere.

Hai descritto il singolo “Tokyo Nite” come un “teletrasporto”. Cosa intendi?
È una canzone scritta prima di andare a Tokyo. Poi ci sono statƏ davvero… e l’ho trovata esattamente come l’avevo immaginata. È stato come se la mia mente mi avesse portatƏ lì prima del corpo. Per me è stato un modo per credere nel potere delle idee, per dare valore all’immaginazione. E poi il Giappone è un mondo spirituale, un cartone animato vivente… il luogo perfetto per fuggire.

Hai mai pensato che Amici non fosse il “tuo” momento?
Mai. Ho sempre cercato il mio momento, e quando è arrivato, non ho avuto dubbi. Certo, Amici è un percorso emotivamente forte, le emozioni sono amplificate e non puoi nasconderti. Ma è anche un’opportunità per mostrare chi sei veramente. Oggi, guardando indietro, sento che tutto è stato coerente con chi sono e voglio essere.

Quanto ti ha aiutato Amici a scoprire il tuo potenziale?
Tantissimo. Mi ha insegnato soprattutto a lasciarmi andare, cosa che prima facevo fatica a fare. Lì non potevo più trattenere nulla e questo mi ha fatto bene. Oggi mi sento più liberƏ, artisticamente e umanamente. Senza quel percorso, probabilmente, non sarei chi sono oggi.

Com’è stato ritrovarsi con il pubblico fuori dalla “bolla” del programma?
Straordinario. Non mi aspettavo tanto affetto. Io amo avere un contatto vero con le persone: parlo con chi mi segue, li ascolto, li abbraccio. Quando mi raccontano cosa ha significato per loro una mia canzone, io mi emoziono. È bellissimo sapere che la mia vita si intreccia con quella degli altri. La musica è amore puro.

Cosa ti aspetti dagli instore tour? (Qui il calendario)
Per me sarà come festeggiare un compleanno ogni giorno. Incontrare chi ha creduto in me sarà meraviglioso. Ricevere regali, caramelle, abbracci… è tutto così bello. Sono felice che la musica mi dia tutto questo amore, soprattutto in un mondo che a volte fatica a riconoscerlo.

Hai scritto che non sai scindere la persona dal personaggio. Avevi paura che questo ti mettesse a rischio?
Sì, ma lo accetto. Io sono le mie canzoni, i miei concetti, le mie parole. Chi critica, spesso non attacca l’arte ma l’essere umano. Ma io non posso creare un’altra vita. Chi vorrà capirmi, lo farà. Chi no, pazienza. Io voglio solo portare avanti la mia verità.

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