Stefano Senardi è ospite di Area Sanremo Music Week, che propone un ricco calendario di eventi, talk e workshop dedicati ai giovani talenti.
Sono 336 gli iscritti ad Area Sanremo, provenienti da ogni parte d’Italia. Tutti sognano un posto nella categoria “Nuove Proposte” del Festival, reintrodotta da Carlo Conti.
Intervista a Stefano Senardi, ospite di Area Sanremo Music Week
Stefano Senardi, siamo al Palafiori di Sanremo. Sei protagonista di questo talk dedicato agli artisti emergenti e nel tuo percorso hai scoperto diversi giovani…
Con i giovani di oggi cerco di raccontare storie e aneddoti, convinto che la storia si ripeta e che ci siano regole fondamentali, a prescindere dal cambiamento dei gusti. Oggi, tra social e talent, si pensa di poter diventare famosi prima di diventare bravi. Io consiglio di sfruttare al meglio le proprie possibilità, avere sempre un piano B e puntare a essere bravi. Il successo e la fama devono essere una conseguenza, non l’obiettivo finale.
Meno autotune e più voce naturale? Qual è il tuo punto di vista?
Non sono contrario alle nuove tecnologie, ma l’abuso di alcune pratiche, come l’autotune, porta a un appiattimento. Credo che anche gli errori e le imperfezioni diano umanità a un progetto e arricchiscano l’artista. Essere più umani non guasta mai.
Parlando dei tuoi legami con gli artisti, da Franco Battiato a Grignani e Jovanotti, hai qualche aneddoto curioso da raccontarci?
Mi viene in mente Gianluca Grignani, agli inizi della sua carriera. Era già “tosto” e non era facile convincerlo a evitare di dormicchiare in albergo durante eventi come Sanremo. Gli dicevo di non farsi vedere troppo in giro, perché la gente a volte può essere invidiosa e parlarne male. Questo ricordo mi è venuto in mente proprio qui a Sanremo.
Come vedi il Festival di Sanremo oggi rispetto al passato?
Una volta era difficile convincere certi artisti, specie quelli con un background più impegnato, a partecipare a Sanremo. Ora è diverso, è diventato un luogo di visibilità e qualità. Però trovo che l’eccessiva presenza degli artisti in programmi televisivi, come le feste delle radio estive, rischi di saturare il pubblico, riducendo l’interesse per i loro concerti.
Quindi il tuo consiglio per i giovani artisti è di puntare su impegno personale, studio e serietà, più che sul solo business musicale?
Esattamente, consiglio questo: impegno, studio e serietà.
Giornalista professionista dal 2010, Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione e con un Master in Giornalismo a Stampa, Radiotelevisivo e Multimediale. Nella sua carriera ci sono quotidiani, radio (RTL 102.5), tv locali, periodici sia cartacei che web, uffici stampa. Nata e cresciuta a Varese, ha seguito il richiamo della Città dei Fiori (ma soprattutto della musica, sua principale passione) e si è trasferita a Sanremo, la città del Festival della Canzone Italiana, che segue come inviata da diversi anni.