La nostra intervista a Virginio, realizzata in occasione della nona edizione del Premio Gianni Ravera, per parlare del suo ultimo singolo “Notte nera“, fuori per Altafonte / Sony Music a partire dallo scorso 7 giugno.
Il brano, scritto insieme ad Andreew e Daniele Coro, rappresenta un nuovo inizio per il cantautore di Fondi, che vanta la vittoria di un Latin Grammy e un successo sempre più crescente nel mondo latino. I suoi brani hanno ottenuto sei dischi di platino, quattro dischi d’oro ed è stato l’unico artista italiano invitato da Laura Pausini al World Tour, per le tappe di Miami e di Mexico City.
Intervista a Virginio
Da quali riflessioni e da quali stati d’animo è stata favorita la nascita di “Notte nera”?
«Nelle mie canzoni ho sempre racconto l’accettazione di se stessi, la voglia di riscoprire chi siamo. “Notte nera” rappresenta l’inizio di questo processo di auto-accettazione, un viaggio all’interno del proprio mondo. Mi piaceva raccontarlo in una maniera anche un po’ più leggera, partendo semplicemente da una festa, nella quale incontro una persona che in qualche modo si rivela in grado di cambiare le prospettive. Il tutto arricchito da queste sonorità anni ’80 che mi hanno sempre molto affascinato per il loro mix di energia ed elettricità, ma anche in un certo senso di malinconia positiva».
Pensi che questo pezzo rappresenti l’inizio di una tua fase di vita, l’inizio di una tua fase di carriera o entrambe le cose in parallelo?
«In un certo senso sì, rappresenta un po’ tutto questo, forse il primo vero singolo che realizzo senza scegliere una lingua di partenza, ma scrivendolo direttamente e contemporaneamente in italiano e spagnolo. Prima non mi era mai successo, mi era capitato di partire da una lingua e poi tradurre nell’altra, invece in questo caso è accaduto contemporaneamente. Avevo bisogno di un qualcosa che mi rappresentasse anche un po’ sul palco, dove mi mostro a volte in maniera molto intimista. Volevo tirar fuori questo lato più energico e questa canzone me lo permette».
Musicalmente parlando, questo brano rappresenta un omaggio agli anni ’80, all’elettropop di quel periodo. Cosa ti colpisce dell’immaginario di quel periodo e cosa hai voluto riprodurre in questo pezzo?
«Questo agrodolce, ma anche questa acidità tipica di quegli anni. Mi piaceva ricreare un mix di malinconia e di leggerezza, di melodia e di bit elettronici. È una qualcosa che mi ha sempre affascinato degli anni ’80, come anche in generale questa voglia di grande cambiamento. Sono stati anni molto colorati. Non a caso, nel videoclip di “Notte nera” avviano voluto riempire di neon questa Miami notturna, per sottolineare appunto il contrasto. In fondo, poi, il nero racchiude al suo interno tutti i colori».
Infine c’è “Noche negra”, la versione spagnola del brano uscita per il mercato latino. Mi incuriosisce chiederti quanta abnegazione ci vuole nel portare avanti il proprio discorso musicale da una parte all’altra dell’oceano? Stando alla tua esperienza, quali sono le principali differenze?
«Guarda, questa per me è un’avventura bellissima, che mi sta dando delle soddisfazioni incredibili. Cantare davanti a 150mila persone a Città del Messico, per esempio, è stata una di quelle cose che penso mi resteranno nel cuore per sempre e che hanno un po’ segnato, non solo la mia carriera, ma la mia persona. Quello latino è un pubblico che ama moltissimo la melodia italiana, sia di ieri che di oggi. La differenza principale che trovo è che essendo un mercato molto più ampio, in Sud America hai molta più libertà musicale e, di conseguenza, non sei troppo influenzato da una determinata moda del momento. C’è molta più voglia di essere se stessi».
Videointervista a Virginio
Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte di raccontare. È autore del libro “Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin” (edito D’idee), impreziosito dalla prefazione di Amadeus. Insieme a Marco Rettani ha scritto “Canzoni nel cassetto”, pubblicato da Volo Libero e vincitore del Premio letterario Gianni Ravera 2023.