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Intervista a Xhovana, in gara a Sanremo Giovani 2025

Xhovana

Intervista a Xhovana, in gara a Sanremo Giovani 2025 con il brano Ego. L’artista si sta preparando a lasciare il segno con la sua personalità magnetica e il suo stile electro-pop dal respiro internazionale.

Nata in Albania e cresciuta in Italia, Xhovana ha costruito una carriera che fonde moda, musica e cultura urban, fino a trovare nel brano “Ego” — scelto tra oltre 500 proposte per la 76ª edizione di Sanremo Giovani — il manifesto della sua evoluzione artistica.
Una canzone che parla di consapevolezza e di dualità, di forza e vulnerabilità, e che anticipa il suo primo album “Gossip Girl”, un racconto lucido e affilato della Milano più scintillante e misteriosa.

Xhovana è una delle voci più interessanti e visivamente potenti della nuova scena italiana. Con Ego e il suo progetto Gossip Girl, unisce introspezione e provocazione, portando sul palco di Sanremo Giovani 2025 una visione fresca, europea e profondamente personale.

Qui il videoclip ufficiale del brano, su RaiPlay.

Qui le nostre pagelle delle canzoni di Sanremo Giovani 2025.

Intervista a Xhovana, in gara a Sanremo Giovani 2025

Ciao Xhovana, benvenuta! Partiamo da Sanremo Giovani: che sensazione hai provato quando hai scoperto di essere tra i 24 artisti scelti dalla commissione RAI?

È stato un momento che non riesco nemmeno a descrivere. Quando mi hanno comunicato la notizia, ho iniziato a collegare i puntini della mia vita e del mio percorso. Ho sentito come se finalmente arrivasse una risposta dall’alto, un segnale che mi stava dicendo: “Sì, sei sulla strada giusta”.

Il brano che presenti, Ego, è molto personale e riflette perfettamente la tua identità. Come è nato e cosa rappresenta per te?

Ego nasce da una lunga riflessione su me stessa. L’ego ha avuto molto spazio nella mia vita, ha mosso tante delle mie azioni, a volte proteggendomi e altre ferendomi. Ho deciso di metterlo a nudo, di osservarlo e di trasformarlo in musica. È un brano che parla di un vortice continuo — non ha un inizio né una fine — e racconta quella dualità che mi accompagna da sempre. È un atto d’amore verso se stessi, ma anche un atto d’odio, una battaglia interiore.

Nel testo tratti l’ego come un’arma a doppio taglio. Qual è oggi il tuo rapporto con esso, sia come artista che come persona?

Credo che l’ego vada conosciuto, non negato. Bisogna imparare a riconoscerlo quando prende il controllo, e decidere se seguirlo o fermarlo. Oggi mi sento più consapevole, più libera. So che c’è sempre lavoro da fare, ma cerco di non mettermi sulla difensiva, di non prendere tutto sul personale. Anche questo è un modo per costruire relazioni più sane — e tra queste relazioni c’è anche quella con il mio ego.

A livello sonoro, Ego ha un equilibrio perfetto tra elettronica, pop e atmosfere cinematografiche. Come avete costruito questo suono?

Io ho lavorato per anni nella nightlife milanese, nei club, e quella musica mi è rimasta addosso. Volevo portare quell’energia nel brano. Insieme al mio producer LANUEVAERA abbiamo deciso di unire i suoni techno e da club con elementi orchestrali, quasi da opera, e una voce filtrata, molto anni ’80. Volevamo che Ego fosse un viaggio tra due mondi: l’elettronico e l’emozionale.

Il brano anticipa il tuo primo album, Gossip Girl. Cosa puoi anticiparci di questo progetto?

Gossip Girl è la mia rivoluzione personale. È un disco che parla di Milano, della sua bellezza e dei suoi contrasti. Mi sono ispirata alla serie ambientata nella Upper East Side di New York, ma qui la “Upper East Side” è quella milanese: fatta di sfarzo, club, moda e apparenza. Io la racconto da dentro ma anche da fuori, come una ragazza che osserva e svela ciò che si nasconde dietro le luci. È un album che unisce ironia, autocritica e femminilità, una vera e propria presa di posizione.

Milano, la moda, i club… sembrano essere il tuo laboratorio creativo. In che modo la città ha influenzato il tuo suono?

Totalmente. Milano è un mondo a sé: affascinante, ma anche chiuso, difficile da penetrare. Ho cercato di raccontare questa doppia anima, di far convivere i suoni dei club — ritmici, techno, urbani — con la mia parte più melodica e riflessiva. È come se avessi fuso due città in una: quella della notte e quella dell’anima.

Hai definito Gossip Girl una “rivincita artistica”. Contro cosa senti di esserti ribellata?

Mi sono ribellata al mio passato. Io nasco dal rap, ma non avevo ancora trovato la mia vera identità. Ho dovuto sperimentare, cercare, cadere e ricominciare. Gossip Girl rappresenta la fine di quella ricerca: oggi so chi sono, e non ho paura di mostrarmi in tutte le mie contraddizioni.

Il tuo percorso sembra anche una riflessione sull’identità femminile e sul potere dell’essere donna. Cosa significa per te oggi essere una donna nella musica?

Per me è un atto di forza e di libertà. Sono sempre stata circondata da donne forti, e da loro ho imparato che la dolcezza non esclude la potenza. Ego e Gossip Girl sono anche un inno alle donne, a chi non ha paura di mostrarsi vulnerabile ma non si lascia definire da nessuno. Credo che oggi stiamo vivendo un momento importante: la figura femminile sta finalmente conquistando lo spazio che merita, e sono fiera di farne parte.

Cosa rappresenta la partecipazione a Sanremo Giovani nel tuo percorso artistico?

Sanremo è la storia della musica italiana. Per me essere lì significa entrare in una tradizione, ma anche farne parte nel presente. È il festival che ha accolto gli artisti più grandi e oggi apre le porte alla modernità. Sono grata, emozionata e felice di potermi esprimere su quel palco: è un punto d’arrivo ma anche, soprattutto, un punto di partenza.

C’è una canzone della storia di Sanremo che avresti voluto scrivere o interpretare?

Ce ne sono molte, ma una delle artiste che mi ispira da sempre è Ornella Vanoni. La sua eleganza, la sua sensibilità, la sua forza mi lasciano senza parole. Rappresenta un modello di femminilità autentica, mai costruita.

Sei nata in Albania e cresciuta in Italia. Nella storia di Sanremo c’è un artista albanese che ha trionfato all’Ariston…

Quando Ermal Meta ha vinto Sanremo, ha reso felice un’intera comunità, e io ho provato lo stesso orgoglio. Mi sento sia albanese che italiana: è la mia dualità, e la porto con me ovunque. In Ego forse le mie origini non emergono apertamente, ma fanno parte del mio modo di sentire, della mia voce e delle mie radici. E so che, in futuro, torneranno a farsi sentire anche nella mia musica.

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