Intervista ad Alex Wyse, che, dopo un anno ricco di soddisfazioni, torna con Notte Stupida, il nuovo singolo disponibile dal 7 novembre per Artist First.
Un brano intimo, autentico e riflessivo, che l’artista ha presentato in anteprima all’Unipol Forum di Milano, aprendo il concerto di Alfa.
“Notte stupida.
non tutte le notti servono a capire
alcune servono solo per sentirsi vivi, anche senza musica.
È la resa senza sconfitta, il momento in cui smetti di fingere di sapere dove vai e ti lasci andare.
In quella sospensione trovi te stesso, vulnerabile ma vero.
Forse la notte è stupida perché non ha risposte, ma almeno non mente.”
Intervista ad Alex Wyse, il nuovo singolo “Notte Stupida”
Alex, “Notte Stupida” chiude un 2025 per te davvero intenso. Cosa rappresenta questo brano nel tuo percorso?
Notte Stupida arriva in un momento in cui ho sentito il bisogno di guardarmi dentro ancora di più. È un viaggio nella mia interiorità, ma anche nel mio passato: ripenso agli inizi, quando facevo il fattorino o quando ho cominciato a scrivere canzoni. È un brano che raccoglie i momenti in cui mi sono fermato a pensare, e io penso molto di notte.
Hai detto che la canzone nasce nella notte “in cui tutto si spegne e restiamo soli con ciò che proviamo davvero”. È una notte che fa paura o che illumina?
In realtà è una notte che dà luce. È quel silenzio in cui non c’è più nulla da fingere e puoi semplicemente essere te stesso. Non la vedo come qualcosa di oscuro o negativo, anzi: nel buio riesco a vedere meglio. Dentro quella quiete trovo spazio per rincorrere me stesso, per conoscermi. È una corsa infinita, ma spero non finisca mai, perché è la vita stessa.
Dal punto di vista testuale, il brano sembra un nuovo passo nella tua scrittura: trasformi la vulnerabilità in forza. È così?
Sì, assolutamente. È un continuo cercare dentro di me e accettare ogni sfumatura, anche quelle più fragili. La mia scrittura è sempre stata un modo per non avere paura di mostrare le mie parti più vere. Nel mio primo EP, Non siamo soli, c’era proprio questa idea: capire che certe sensazioni non appartengono solo a me, ma a tutti. È un modo per ricordare che siamo umani e che la vulnerabilità può diventare un punto di forza.
Anche vocalmente sembri più consapevole. C’è una nuova sfumatura nel modo in cui canti. Ti senti cresciuto anche in questo senso?
Sì, mi piace pensare che la mia voce cresca insieme a me. Cerco sempre di sperimentare, di trovare suoni nuovi, modi diversi di comunicare un’emozione. In ogni canzone cerco qualcosa che non ho ancora esplorato. È un processo in continua evoluzione, fatto di piccoli passi, anche di errori, che però mi aiutano a migliorare.
C’è sempre una grande attenzione nei tuoi lavori alla costruzione del suono. Quanto è stato importante il lavoro con i produttori LEORE?
Moltissimo. Con Francesco e Matteo abbiamo un legame artistico profondo. Lavoriamo insieme da più di un anno e ormai ci capiamo al volo. Non c’è giudizio, c’è solo libertà. Le session possono nascere ovunque: a casa mia, nel loro studio… L’importante è il flusso creativo. Notte Stupida, Rockstar e Batticuore sono nate proprio da quei momenti di verità e di connessione totale.
In “Notte Stupida” convivono buio e luce, malinconia e consapevolezza. Chi è oggi Alex Wyse?
Penso di essere un insieme di contrasti. Sono timido e introverso, ma conosco anche la mia parte più estroversa, quella che oggi riesce a lasciarsi andare. Credo di essere libero nel mio essere me stesso, con due facce che si completano: una più colorata e una più scura. E insieme formano l’Alex di oggi.
Negli ultimi mesi hai spesso parlato di ricerca di serenità e stabilità. Sei riuscito a trovarle?
In parte sì. La stabilità è qualcosa che c’è e poi scappa via, non è mai definitiva. Però sì, quest’anno mi sento più sereno. Tra Sanremo, i live e la nuova musica ho trovato un equilibrio dentro al movimento. Il mio cuore, adesso, è un po’ più stabile.
Hai presentato “Notte Stupida” all’Unipol Forum aprendo il concerto di Alfa. Che emozione è stata?
Gigantesca. Alfa è un artista che stimo tantissimo, il suo pubblico è meraviglioso e pieno di energia. Vedere tutte quelle persone cantare con me, anche se non conoscevano ancora il brano, è stato incredibile. Era la prima volta che portavo Notte Stupida dal vivo nella sua versione completa, e quell’empatia che si è creata in sala è qualcosa che non dimenticherò mai.
Sui social hai scritto “Ci vediamo al prossimo capitolo”. Possiamo già immaginare quale sarà?
Diciamo che Notte Stupida apre un nuovo capitolo, ma ne arriveranno tanti altri. Ogni volta cambio un po’, cresco, mi trasformo. Non per forza in qualcosa di “migliore”, ma in qualcosa di nuovo. Ogni step è un pezzo del mio viaggio.
Cosa ti hanno insegnato i live di quest’anno?
Mi hanno dato la consapevolezza di quanto la musica possa unire. Quando vedi le persone davanti a te che cantano, che si emozionano, senti qualcosa di enorme. È come se fossero parte della mia famiglia. Anche se non le conosco una per una, sul palco si crea un legame vero. È lì che capisci che la verità arriva, e quando arriva, si respira insieme.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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