Jovanotti

Jovanotti è tornato e lo ha fatto con Il corpo umano vol. 1, un album che racconta di cadute e di rinascite, di sensazioni, di istinto e di vita. Dopo il grave incidente in bicicletta che lo ha costretto a un lungo stop, Lorenzo Cherubini ha ritrovato il suo equilibrio attraverso la musica, trasformando il dolore in un nuovo modo di sentire.

Dopo mesi difficili di riabilitazione, Jovanotti ha sviluppato un nuovo rapporto con il proprio corpo. Se prima lo viveva senza esserne davvero consapevole, ora lo sente, nel bene e nel male.

«Ci litigo sempre, lo sento di più. Lui urla, lui si fa sentire, e io mi accorgo che c’è, una cosa che non era mai successa. Questa consapevolezza probabilmente aumenta col passare del tempo e, in fondo, un incidente è un’accelerazione improvvisa del tempo».

Ma la sua visione, come spiegato a Vanity Fair, non è cambiata: Jovanotti non cerca di capire, ma di sentire. Per lui, la vita non è una questione di risposte, ma di esperienza.

«Nella vita, come canta Francesco De Gregori, non c’è niente da capire. C’è solo da vivere, da starci dentro».

Uno dei brani più particolari del nuovo album è “Lo Scimpanzé”, un pezzo che incarna perfettamente la voglia di istinto e libertà che Jovanotti ha sempre avuto dentro di sé.

«È un desiderio, diciamo. È come se dentro di me a volte ci fosse la sensazione che la direzione giusta in cui andare sarebbe quella di diventare uno scimpanzé, in qualche modo dare spazio a quest’animale che ci portiamo dentro».

Un concetto che l’artista ha affinato con il tempo, viaggiando in bicicletta per il mondo, sperimentando e lasciandosi guidare dai sensi.

Oltre alla musica, una parte fondamentale della sua rinascita è stata la famiglia. Jovanotti ha sempre raccontato con affetto il rapporto con sua moglie Francesca e sua figlia Teresa, le due persone che più di tutte lo hanno sostenuto nei momenti difficili.

«Mia moglie Francesca mi ha insegnato a chiedere aiuto, mia figlia Teresa mi ha mostrato il coraggio. E ora voglio continuare a ballare».

La loro presenza è stata essenziale per affrontare il dolore e ritrovare la voglia di andare avanti, di rialzarsi ogni volta che la vita lo ha messo alla prova.

Nel disco c’è anche uno sguardo al passato, alla sua infanzia, al bambino che guardava gli aeroplani con suo padre all’aeroporto di Fiumicino.

«Mi portava lì a vedere gli aeroplani e mi diceva: “Non è tutto qui, si può andare”».

Quella spinta a partire, a scoprire il mondo, non lo ha mai abbandonato. Ancora oggi, quando allarga le braccia, lo fa d’istinto, come se stesse volando.

«Ogni tanto allargo le braccia e vuol dire che sto volando, è un gesto istintivo».

Una frase che sintetizza perfettamente la filosofia di Jovanotti, ma con una precisazione fondamentale: nessuno si rialza da solo.

«Alla fine, però, dico “dammi una mano”. Per forza in certi casi non ci si rialza mai da soli».

Un messaggio di umiltà e consapevolezza, che si riflette nella dedica che ha scritto per il suo album, pensata come se fosse l’ultima cosa da lasciare al mondo:

«Alle mie ragazze, alla mia gente, e alla gentilezza degli sconosciuti, che è importantissima e che negli ultimi mesi per me è stata molto importante».

Jovanotti con “Il corpo umano vol. 1” ci invita a riscoprire il valore delle sensazioni, del contatto con il nostro istinto e della forza che nasce dalla condivisione. Perché, alla fine, la vita non va capita. Va vissuta.

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