Kekko Silvestre: “Sanremo? Troppi numeri finti, serve verità e gavetta”

Kekko Silvestre, frontman e anima dei Modà, non le manda a dire; ospite di Radio Subasio, ha parlato senza filtri di come cambierebbe il Festival di Sanremo se fosse lui il direttore artistico. Le sue parole sono un duro atto d’accusa contro il sistema musicale odierno, tra streaming gonfiati, artisti costruiti a tavolino e giurie incompetenti.

“La prima cosa che cambierei è questo mondo che sta invadendo il mercato musicale e che è solo un’illusione”, ha detto Kekko, puntando il dito contro gli artisti lanciati da numeri astronomici di streaming che però “non riempiono nemmeno il bar Nando a Milano”. Silvestre sottolinea come dietro quei milioni di ascolti si nascondano spesso strategie discografiche che non riflettono un vero consenso del pubblico.

Per questo, se fosse alla guida di Sanremo, darebbe spazio a chi ha fatto la gavetta vera: “Rimetterei al centro tutti quegli artisti che fanno parte della nostra stessa categoria: il cantautorato, i cantastorie, chi ha fatto la gavetta, chi arriva dalle piazze e dai locali piccoli”. Secondo il frontman dei Modà, servirebbe un ritorno all’autenticità e alla meritocrazia, premiando chi ha un percorso reale alle spalle.

Altro punto cruciale sono le canzoni: “Una canzone scritta da sette autori non la prenderei mai perché non ci trovo emozione”, ha dichiarato, evidenziando quanto oggi molte produzioni manchino di sincerità. Silvestre immagina un Sanremo dove i testi abbiano “un senso, un messaggio, una storia da raccontare”.

Infine, non manca una stoccata alle giurie del Festival: “Cambierei le giurie, perché se chiedi a quelli che votano oggi dov’è un Do diesis sul pianoforte, non lo sanno”. La sua proposta è chiara: introdurre esperti veri, che valutino voce, musica ed esecuzione.

Le sue dichiarazioni, condivise anche tramite i canali social, hanno acceso il dibattito tra i fan e gli addetti ai lavori. Un’uscita coraggiosa, quella di Kekko, che richiama un’idea di musica più autentica, meno costruita e più legata alla realtà di chi ha davvero qualcosa da dire.

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