Luca Jurman non le manda a dire e torna a scagliarsi con forza contro X Factor 2025. Il vocal coach, già noto per le sue posizioni critiche, questa volta alza il tiro con dichiarazioni destinate a far discutere.
Secondo Jurman, lo show che sulla carta dovrebbe rappresentare l’eccellenza dei talent italiani si sta trasformando in “un incrocio tra un concorso amatoriale e un saggio di primo o secondo anno di scuola di musica hobbistica”.
Nel mirino del maestro non ci sono solo le scelte artistiche ma soprattutto la giuria. Jurman accusa i giudici di essere “incongruenti, incoerenti e talvolta incompetenti”, capaci di cambiare metro di valutazione da un’esibizione all’altra.
“I loro commenti creano acidità di stomaco ai professionisti veri. Il problema è che sembrano pure convinti di ciò che dicono. E questo è ancor più grave, perché diffondono messaggi pericolosi per la cultura e l’arte di questo Paese”.
Jurman va oltre e si domanda chi realmente decida le sorti dei concorrenti. “Chi fa le selezioni? Ci dite nomi e cognomi, compresi di curriculum? Quali parametri vengono usati per stabilire chi prendere e chi no?”, chiede polemicamente.
Per il musicista, il problema non è solo dei giudici in TV, ma anche degli autori del programma che, secondo lui, dovrebbero collaborare con professionisti riconosciuti della musica per garantire credibilità alle scelte artistiche.
Un altro punto centrale della critica riguarda il ruolo dei giudici stessi:
“Un vero giudice deve essere un esperto a 360 gradi di musica, arte e tecnica. Non può essere solo un personaggio pubblico o un prodotto discografico. Non è che se uno ama cucinare a casa può diventare giudice a MasterChef!”.
Jurman denuncia anche una distorsione pericolosa: i veri talenti rischiano di essere ignorati, mentre vengono esaltati personaggi costruiti a tavolino e destinati a finire nel dimenticatoio.
Un messaggio che, secondo lui, avvelena il panorama artistico e rischia di far passare un’idea tossica alle nuove generazioni: “che i soldi possano comprare la dignità e la verità di un artista”.
Nonostante le critiche e la consapevolezza di essere una voce controcorrente, Jurman ribadisce la sua missione:
“Spero che cambi qualcosa, ma continuerò a parlare e a rischiare. Lo faccio per difendere il talento vero, che in Italia troppo spesso viene messo da parte per favorire chi è più gestibile e consumabile come un prodotto a breve scadenza”.
Le parole di Luca Jurman riaprono così il dibattito sull’efficacia dei talent show in Italia: trampolino per i giovani artisti o spettacolo televisivo che sacrifica la musica alla logica dello share?

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