Matia Bazar Piero Cassano

Torna ad accendersi la polemica intorno ai Matia Bazar, una delle band più iconiche della musica italiana; a riaccendere il dibattito è Piero Cassano, storico fondatore del gruppo, che in un lungo post sui social ha espresso tutta la sua amarezza per le critiche rivolte all’attuale formazione guidata da Fabio Perversi.

Il musicista genovese, autore di molti dei successi del gruppo, ha difeso con forza l’attuale line-up dei Matia Bazar, spesso etichettata come “cover band”:

“Volete continuare a definirli ‘cover band’ dopo che purtroppo Aldo, Mauro e Gianca sono passati a miglior vita e tutti gli altri, me compreso, ce ne siamo andati per le nostre strade? Ma fate pure… Loro ed io, che li sostengo perché amo il mondo Matia e perché i boys sono bella gente e bravissimi musicisti, sorridiamo davanti a tanta pochezza intellettiva e al non arrivare a capire la realtà impostaci dalla vita!”.

Cassano ha poi sottolineato i numeri che testimoniano il successo dei Matia Bazar anche nella loro nuova veste: “Sono tanti i 63.151 numeri che vedete qui sotto, già aumentati in un batter d’occhio per una ‘cover band’ che fa concerti e pienoni ovunque e porta in giro un repertorio unico, indelebile, eterno. Rispetto, ci vuole rispetto! Loro sono i Matia Bazar”.

Il fondatore ha anche ricordato la decisione presa insieme a Giancarlo Golzi, batterista scomparso nel 2015, di affidare il futuro del gruppo a Fabio Perversi, membro storico e oggi leader della formazione:

“Avevamo visto giusto, Giancarlo ed io, quando decidemmo di affidare il futuro dei Matia qualora ci fossimo ritirati a Fabio Perversi, per via della sua fedele e continua militanza nel gruppo”.

Poi l’affondo diretto a Silvia Mezzanotte, voce della band, accusata di aver lasciato due volte il progetto e di aver agito con “scarso rispetto” verso i colleghi:

“Ma voi avreste mai potuto affidare il marchio Matia Bazar a chi se n’è andata per ben due volte, dimostrando totale irriconoscenza al limite del disprezzo? Brutta storia l’ego smisurato! La prima volta fu nel 2003, solo un anno dopo la vittoria a Sanremo con Messaggio d’amore, per tentare la carriera da solista. Poi di nuovo nel 2015, dopo la scomparsa di Gian”.

Cassano ha definito “bugie” le dichiarazioni che parlano di “dieci anni continuativi di militanza” della cantante nel gruppo, ricordando come tra i due periodi di permanenza ci fosse un intervallo di sei anni.

Infine, l’ex Matia ha criticato duramente la decisione — mai confermata ufficialmente — di registrare il marchio “Matia Bazar” all’estero:

“Noi fondatori — la Ruggiero, io, Cossu, Marrale, la Valente, la Faccani — non ci siamo mai sognati di registrare il marchio all’estero, visto che esiste già in Italia. Ma chi se n’è andata per due volte sì…? Chissà perché, mi viene da pensare a una buona dose di malafede”.

Un post lungo, diretto e pieno di amarezza, che riporta sotto i riflettori le tensioni mai del tutto sopite tra gli ex membri dei Matia Bazar. Eppure, nelle parole di Cassano resta anche un sentimento profondo: quello per la musica e per la storia del gruppo, che dagli anni ’70 a oggi continua — tra cambi di formazione e inevitabili frizioni — a rappresentare una delle pagine più importanti del pop italiano.

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