Maurizio Pollini è morto all’alba di sabato 23 marzo all’età di 82 anni a Milano, la città in cui era nato il 5 gennaio del 1942 e dove ancora abitava.
Fin da giovane, Pollini ha dimostrato un talento straordinario per il pianoforte. Ha studiato con maestri del calibro di Carlo Lonati e Carlo Vidusso al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, e ha rapidamente attirato l’attenzione della comunità musicale internazionale con le sue esibizioni sorprendenti. A soli diciotto anni, ha vinto il prestigioso Concorso Internazionale di pianoforte “F. Busoni” nel 1960, un trionfo che ha segnato l’inizio di una carriera straordinaria.
Pollini è noto per il suo approccio impeccabile e rigoroso all’arte del pianoforte. La sua tecnica è stata descritta come impeccabile, con una precisione cristallina e un controllo totale sulla tastiera. Tuttavia, ciò che distingue veramente Pollini è la sua profonda comprensione e interpretazione della musica. Ogni nota che esegue è permeata da un’intensa emotività e da un’innata comprensione della struttura e del significato della composizione.
Il repertorio di Pollini abbraccia un’ampia gamma di compositori, ma è particolarmente noto per le sue esecuzioni di Chopin, Beethoven, Schubert, Schumann e Schoenberg. La sua registrazione completa delle Sonate per pianoforte di Beethoven è considerata un capolavoro e ha ricevuto elogi universali dalla critica e dagli appassionati di musica.
Oltre alle sue brillanti esibizioni dal vivo, Pollini ha anche lasciato un’impronta indelebile nel mondo delle registrazioni discografiche. Le sue incisioni sono ampiamente considerate come punti di riferimento nell’interpretazione della musica classica e hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.
Ma oltre alla sua maestria tecnica e interpretativa, Pollini è anche conosciuto per il suo impegno nella promozione della musica contemporanea. Ha collaborato con compositori come Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen e Luigi Nono, portando alla luce opere innovative e sperimentali.
Nonostante il suo straordinario successo, Maurizio Pollini è rimasto sempre modesto e devoto alla sua arte. Continua a esibirsi in tutto il mondo, incantando il pubblico con la sua straordinaria arte e lasciando un’eredità indelebile nella storia della musica classica.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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