Michele Bravi live teatro

Michele Bravi, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo album tu cosa vedi quando chiudi gli occhi (Qui il link per l’acquisto), riflette sul ruolo dei talent e su come è cambiato il mercato discografico.

“I talent show sono cambiati tanto rispetto a quando partecipai io ad X Factor, perchè sono cambiati tanto i ragazzi. Oggi come oggi la tecnologia facilita tutto, i giovani arrivano già con un provino autoprodotto, mentre io avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a realizzare l’arrangiamento e magari anche a esprimermi al meglio. Oggi si ha più chiarezza di narrazione, ma questo non deve essere certo uno schema, specie in chi è troppo convinto. Il meccanismo stesso è molto più strutturato rispetto a quando ho partecipato io.”

Michele Bravi non rinnega, quindi, il suo passato a X Factor e il presente come giudice di Amici, dove sta cercando di portare tutta la sua esperienza, anche nel rapporto con i ragazzi.

“Da quando sono stato chiamato ad “Amici”, ho cercato di mantenere l’approccio da ascoltatore, per far capire al ragazzo che a volte è una questione di chiarezza di linguaggio, per trovare una sorta di vocabolario comune. È molto complicato, perchè è un lavoro che va fatto da ambo le parti, sia da chi verbalizza la critica sia da chi le riceve. Poi è anche una questione di età, io stesso a diciott’anni prendevo tutto sul personale. Ma si tratta di un lavoro continuo da fare, io stesso non ho dormito stanotte dall’idea dell’incontro stampa con voi giornalisti, seppur non sia certo un novellino, ma non riesco mai a sottovalutare l’importanza di un momento come questo. Sono un tipo che si mette sempre in discussione, questo penso sia il segreto.”

Poi una frecciata al mercato discografico e alle sue strategie.

“Secondo me c’è poca educazione da punto di vista discografico, spesso si parla freddamente di un prodotto che va a finire in un mercato. Quando si parla ad un’artista si fa riferimento alla sua vita più che a una merce, quindi lì si innesca una difficoltà tra chi parla e chi ascolta.”

Michele Bravi ricorda anche che i discografici non erano convinti della sua scelta di portare a Sanremo il brano Il Diario degli errori, che nel 2017 fu quarto, a un passo dal podio.

“Per tutti era una canzone troppo complicata. Ero troppo piccolo per cantare una canzone così difficile e oggi è il brano più famoso del mio repertorio.

Mantieni il bacio, la stessa cosa. Troppo testo, pezzo troppo complicato. Con questo disco me la sto vivendo meglio perchè so che è estremo. Da ascoltatore italiano so che avrei voglia di ascoltare un disco del genere.”

Quando si parla delle criticità del mercato discografico non si può non citare quanto accaduto a Sangiovanni.

“Il tema di Sangiovanni lo sento tanto, anche perché gli artisti che adesso siamo abituati a vedere così tanto esposti sono molto giovani.”

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