Mina non è solo una voce inconfondibile, un simbolo della musica italiana o un’icona pop senza tempo. Mina è un caso di studio. Un modello culturale, artistico e imprenditoriale che continua a ispirare generazioni di artisti, brand e professionisti di ogni settore. A raccontarlo in modo nuovo e sorprendente è il volume “Mina. La formula di un successo italiano”, in edicola per un mese con Il Sole 24 Ore a partire dal 22 novembre e disponibile in libreria dal 21 novembre. Qui il link per l’acquisto.
Un libro corale che riunisce manager, discografici, esperti di marketing, filosofi, giornalisti e figure che hanno lavorato al fianco della Tigre di Cremona, restituendo un mosaico ricco, approfondito e multidimensionale. Il risultato? Un viaggio nel cuore del “modello Mina”, tra talento, disciplina, libertà e una visione tanto innovativa quanto attuale.

Un’icona culturale che ha riscritto le regole
La prefazione di Guido Barilla riaccende i riflettori sulla storica collaborazione con l’artista: un sodalizio durato decenni, dagli spot di Carosello agli anni Duemila, simbolo di un rapporto basato su fiducia e valori condivisi.
Nell’introduzione, Frank Pagano ribalta la prospettiva: “Mina non ha bisogno di un altro libro. Siamo noi ad aver bisogno del suo esempio.”
Un esempio di autonomia, resilienza artistica e capacità di innovare senza mai perdere autenticità.
Il “modello Mina” spiegato attraverso il marketing e il branding
Nel volume trova spazio anche un’analisi manageriale che presenta Mina come un vero e proprio brand strategico, capace di anticipare modelli di marketing oggi considerati essenziali. Il discografico Filippo Pardini applica alla sua carriera le celebri quattro P del marketing – prodotto, prezzo, posizionamento e promozione – evidenziando come ogni scelta della cantante sia stata lucida, coerente e di lungo respiro.
A questa visione si aggiunge il Decalogo del brand Mina realizzato da Marco Di Dio Roccazzella, che sintetizza i valori chiave del “fenomeno Mina”:
- autenticità,
- innovazione,
- qualità assoluta,
- controllo dell’immagine,
- rarità mediatica come strategia,
- capacità di emozionare senza sovraesposizione.
Una lezione preziosa per cantanti emergenti, ma anche per start-up, leader aziendali e aziende alla ricerca di un’identità forte.
L’assenza come linguaggio: Mina e la forza della sottrazione
Il volume entra anche nel cuore della scelta più rivoluzionaria dell’artista: ritirarsi dalle scene.
Una decisione che Raffaele Bifulco definisce come una vera e propria “epochè artistica”, un gesto culturale che rimette al centro solo la voce e il contenuto, eliminando il superfluo.
Per Luca Josi, Mina resta “la più famosa sconosciuta d’Italia”: un mito che attraversa epoche, mode e generazioni restando sempre attuale.
Le voci che hanno conosciuto Mina da vicino
Le testimonianze presenti nel libro arricchiscono il racconto con aneddoti e riflessioni preziose:
- Mogol sottolinea come Mina abbia anticipato il passaggio dalla tecnica all’emozione nella musica pop, influenzando generazioni di interpreti.
- Claudio Cecchetto la definisce un “pacchetto completo”: voce, presenza scenica e capacità di reinventarsi.
- Renzo Arbore la incorona come “la più grande cantante bianca del mondo”, superiore perfino a Barbra Streisand e Madonna.
- Alberto Mingardi la paragona ai grandi talenti universali, capaci di unire dono naturale e curiosità incessante.
- Mario Tavella la descrive come un’artista che non ha seguito le mode, ma le ha “educate”.
- Giovanni Malagò la chiama “Figlia della Musica”, un riferimento trasversale per intere generazioni.
- Myriam Defilippi la legge come un’icona femminista ante litteram, capace di rompere tabù e aprire nuove strade alle donne nello spettacolo.
Un’eredità che parla al presente
“Mina. La formula di un successo italiano” non è quindi una semplice celebrazione, ma un manuale per capire come un’artista possa trasformarsi in un fenomeno culturale duraturo. Una storia che racconta come talento, studio, disciplina e scelte coraggiose possano diventare – ieri come oggi – una strategia vincente.
Un libro che parla a chi ama la musica, a chi lavora nella comunicazione, a chi crea, a chi sogna e a chi vuole imparare l’arte della coerenza e della visione.
E soprattutto, un libro che conferma una verità:
Mina non appartiene solo alla musica italiana, ma al patrimonio culturale di chi crede nella forza del talento unita alla libertà.

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