Mogol è pronto a raccontare la sua straordinaria vita nel libro “Senza paura”, in uscita per Salani Editore il 14 ottobre. Qui il link per l’acquisto di una copia.
A pochi mesi dal suo 90° compleanno, l’autore di oltre duemila canzoni e terzo artista più venduto al mondo dopo i Beatles ed Elvis Presley, ripercorre la sua carriera, le amicizie, la fede e il coraggio di vivere senza timori.
«Non mi definisco paroliere, ma autore», afferma Mogol al Corriere della Sera. «Scrivere una canzone è un’arte che richiede ispirazione e tecnica». Con la sua penna ha dato voce ai più grandi interpreti italiani — da Lucio Battisti a Mina, da Gianni Morandi a Riccardo Cocciante — firmando brani che hanno segnato la storia della musica leggera.
Nel libro, il poeta racconta anche la sua timidezza giovanile e la “paura di vivere”, che ha trasformato in arte con brani come “I giardini di marzo”. «Da ragazzo avevo paura di tutto, persino di amare», spiega. «Oggi so che il vero fallimento è non provare».
Tra le pagine più intense c’è il racconto dell’incontro con Lucio Battisti, che Mogol convinse personalmente a cantare: «Lui si vedeva solo come compositore. Poi mi disse che doveva tutto a un pazzo, e quel pazzo ero io».
Un sodalizio artistico e umano che ha cambiato la musica italiana, restando sempre lontano dalle polemiche politiche: «Lucio non ha mai votato, la politica non lo interessava», racconta Mogol, smontando decenni di falsi miti.
Mogol si definisce «un socialista moderato», ma confessa di aver votato a destra alle ultime elezioni: «Cerco di riflettere, non voglio essere vittima di nessuna reazione». Amico personale di Gasparri e Tajani, sottolinea come la bontà e la solidarietà siano per lui valori essenziali.
Anche sul tema dell’immigrazione invita alla concretezza: «Bisogna aiutare chi ha bisogno, ma non possiamo accogliere tutto il mondo. L’accordo Italia-Albania, secondo me, fa del bene a entrambi».
Tra i nuovi progetti, Mogol anticipa una canzone dedicata alle vittime di femminicidio, scritta per Giusy Ferreri: «È il racconto di una donna uccisa che parla agli uomini. Spero che li faccia riflettere davvero».
A quasi novant’anni, Mogol continua a insegnare al CET, la scuola di musica da lui fondata in Umbria nel 1992. Ogni giorno si dedica allo sport, alla meditazione e alla preghiera: «Non chiedo mai nulla, prego solo per ringraziare. Ho avuto più di quanto ho dato».
Con “Senza paura”, Mogol firma non solo la storia della sua vita, ma anche una lezione universale di coraggio, arte e umanità.

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