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Niccolò Fabi, agli Arcimboldi un concerto che è terapia per l’anima

Niccolò Fabi

Il ritorno di Niccolò Fabi al Teatro degli Arcimboldi di Milano è un evento che ha fatto riflettere e pensare il pubblico e i fan.

Nella città storicamente più frenetica e spesso schizofrenica nei rapporti lavorativi e personali, il live dell’artista romano va oltre la dimensione musicale. Siamo abituati a vedere concerti in cui gli artisti abbracciano il pubblico, rompendo le distanze tra il palco e la realtà. I live sono accompagnati dal coro di luci degli smartphone. Nel finale c’è il bis e un medley delle canzoni degli esordi. Niccolò Fabi fa tutt’altro: il concerto prende una piega inaspettata, seguendo il vento delle emozioni, accarezzato dalle sue mani capaci di scrivere poesie.

Nel live, l’artista presenta l’album di inediti “Libertà negli occhi”, uscito lo scorso 16 maggio e registrato tra Roma e il Lago dei Caprioli di Pellizzano, in Trentino-Alto Adige. Il concerto si apre con la canzone “Alba”, un brano che ha un’intro di circa 2 minuti, quasi a simboleggiare il risveglio da un momento di torpore, che si trasforma in meditazione e poi in riflessione: “Io sto, nella pausa che c’è, tra capire e cambiare. Io sto nella pausa che c’è tra capire e cambiare e cambiare”.

Niccolò Fabi racconta il live

Dopo i primi brani, Niccolò Fabi spiega l’essenza della serata: “Grazie tante per questa incredibile opportunità che mi state dando. Non mi era mai capitato di suonare due volte in un luogo così prestigioso a distanza di quasi 30 anni, non essendo del circolo mediatico. Per me è un privilegio enorme. A me spetta questa opera abbastanza imbarazzante di svestizione ed è destabilizzante; mi perdonerete se ho scelto una postazione un po’ defilata e in penombra con un cappello sulla testa, perché mi dà un po’ di protezione per gestire questa nudità e per sostenerla con un po’ di coraggio”.

Il concerto si sviluppa in una sequenza di brani molto introspettivi, accompagnati da numerose improvvisazioni, in cui i musicisti danno vita a uno spettacolo dove la tecnica non è fine a se stessa: spicca anche la voce di Roberto Angelini, le chitarre che arricchiscono il live e suoni molto profondi. Fabi alterna momenti alla chitarra e alla tastiera. In una porzione di palco ridotto si crea un piccolo cosmo di musica, che esplode e scintilla nella penombra. Nell’atmosfera notturna e un po’ cupa della nostra esistenza, Fabi sembra voler dare speranza con la voce, mentre le melodie scuotono le intimità della mente, che vivono nella penombra perpetua.
In questo viaggio di riflessione, l’artista è accompagnato dalla voce del pubblico sul brano “Costruire”, seguito da scroscianti applausi, che nel finale si alza in piedi per omaggiare l’artista e la sua band. Infine, il cantautore saluta il pubblico milanese con “Lasciarsi un giorno a Roma”.

Il racconto di Cristina di Milano

“Seguo Niccolò dai primi anni di carriera e ultimamente ho iniziato a seguirlo anche ai concerti, perché prima ero appassionata della sua musica e delle sue canzoni. Da quando l’ho visto dal vivo, devo dire che oltre all’emozione delle sue canzoni, si aggiunge quella della sua presenza, perché sul palco trasmette tutte le emozioni di chi è ricchissimo. Questo significa essere inondati da emozioni sempre diverse, perché l’introspezione di Niccolò riguarda anche noi. Lui parla dell’essere umano che è in ciascuno di noi, con tutta la volubilità, la soggettività e l’emotività del momento. Io sono andata sabato sera al suo live e ho sentito emozioni forti: la prima serata è stata dirompente e c’era un’elettricità nell’aria diversa, da non dormire la notte. Questa sera le emozioni sono state tantissime, ma sono diverse; dopo l’impatto di ieri, c’era più tempo per restare nella parola, accompagnata dal contorno visivo delle luci e da una musica strepitosa. Tutto questo è potenza per l’anima. Veramente.”

Qui il calendario del tour teatrale e Qui il link per l’acquisto dei biglietti.

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