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Ornella Vanoni, è morta a 91 anni la Signora della canzone italiana

Ornella Vanoni Diverse

Ornella Vanoni è morta a 91 anni nella sua casa di Milano dopo un improvviso malore. Con lei se ne va una delle voci più importanti della musica italiana, un’artista capace di attraversare settant’anni di storia restando sempre moderna, iconica, riconoscibile.
Attiva dal 1956, Vanoni lascia oltre 100 lavori discografici e più di 55 milioni di copie vendute, con un repertorio che spazia dalla canzone d’autore alla bossa nova, dal jazz al pop, passando per il teatro, la televisione e il cinema.

Nata a Milano il 22 settembre 1934, figlia di un industriale farmaceutico e di una madre appassionata d’arte, Ornella Vanoni si forma sul palcoscenico prima che in sala di registrazione.
Nel 1953 entra all’Accademia del Piccolo Teatro diventando l’allieva prediletta – e compagna – di Giorgio Strehler. A 22 anni debutta con Sei personaggi in cerca d’autore e inizia a farsi notare per un modo interpretativo graffiante e teatrale.

Negli stessi anni nasce il primo filone che la rende celebre: le “Canzoni della Mala”, ballate ispirate alla cronaca nera milanese, scritte insieme a Strehler, Dario Fo, Fiorenzo Carpi e altri autori. Brani come Le Mantellate, Ma mi e Hanno ammazzato il Mario diventano veri e propri atti di teatro civile e segnano il suo esordio in musica.

Terminata la relazione con Strehler, Ornella conosce Gino Paoli, con cui vive una storia d’amore intensa e complicata. Dal loro sodalizio nascono alcuni dei classici più celebri della musica italiana.

Il successo arriva anche sul grande palco nazional-popolare: Vanoni partecipa a otto Festival di Sanremo, conquistando il secondo posto nel 1968 con Casa bianca e tre quarti posti nel 1967, 1970 e 1999.

È in questo periodo che il suo stile evolve: da interprete ruvida e teatrale a icona sofisticata, elegante e moderna.

Negli anni ’70 Ornella Vanoni diventa una pioniera: lascia le grandi etichette, fonda la propria casa discografica – la Vanilla – e inizia a controllare totalmente i propri progetti.

Nel 1976 pubblica con Toquinho e Vinícius de Moraes l’album “La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria”, un capolavoro entrato tra i 100 dischi italiani più belli secondo Rolling Stone. È il disco che sancisce il suo innamoramento definitivo per la musica brasiliana, che continuerà ad accompagnarla per tutta la carriera.

Gli anni ’80 portano una Vanoni più libera, personale e consapevole. Firma testi, realizza concept album e collabora con: Lucio Dalla, Paolo Conte, Gerry Mulligan, Fabrizio De André e Ivano Fossati.

Riceve il Premio Tenco come miglior cantautrice, prima donna nella storia a ottenerlo.

Negli anni ’90 continua a innovare con album intensi come Sheherazade (1995) e Argilla (1997), dove jazz e sonorità brasiliane si fondono con naturalezza.

Nel nuovo millennio celebra i 50 anni di carriera con un concerto evento in Piazza Duomo a Milano davanti a 35.000 persone.
Duetta con artisti di generazioni diverse in Più di me e torna a Sanremo nel 2018 con “Imparare ad amarsi”, in trio con Bungaro e Pacifico. L’interpretazione vale il Premio della Critica e una meritata Standing ovation.

Nel 2023 è di nuovo ospite al Festival, mentre nel 2024 partecipa a una nuova versione di “Ti voglio” con Elodie e Ditonellapiaga, testimoniando la sua continua voglia di dialogare con i giovani.

Vanoni resta una delle artiste più complete della musica italiana, dotata di un timbro vocale caldo, sensuale e immediatamente riconoscibile. Ha riempito teatri, classifiche e soundtrack internazionali – celebre la riscoperta de L’appuntamento grazie a Ocean’s Twelve.

In un’intervista recente, Ornella aveva dichiarato:

“Voglio vivere finché io do qualcosa alla vita e la vita dà qualcosa a me. Non voglio morire troppo tardi.”

Fino all’ultimo, Ornella Vanoni è rimasta lucida, ironica, tagliente, curiosa. È stata ospite fissa a Che tempo che fa, amatissima anche dalle nuove generazioni.

Con la morte di Ornella Vanoni l’Italia saluta una delle sue ultime grandi dive, una voce che ha saputo essere: pop e colta, teatrale e intima e contemporanea e senza tempo.

Ha attraversato settanta anni di musica senza mai ripetersi, rimanendo una donna libera, sofisticata, irriverente e autentica.

Il meglio del suo messaggio resta in una parola che l’ha resa eterna:
Senza fine.

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