Ornella Vanoni Sky

Milano si è fermata per un ultimo, emozionato saluto a Ornella Vanoni, scomparsa a 91 anni e considerata una delle voci più iconiche della musica italiana; il funerale si è svolto nella Chiesa di San Marco, nel cuore di Brera, il quartiere dove l’artista abitava da molti anni.

La bara, completamente ricoperta di rose gialle, il suo colore preferito, è entrata in chiesa accompagnata dai familiari mentre l’intera navata si alzava in un lungo applauso. Tra le corone spiccava quella di Gino Paoli, un grande cuore pieno di fiori gialli con un nastro verde e la sola firma: Gino.

Già in mattinata erano state oltre 4.000 le persone che hanno fatto visita alla camera ardente allestita al Piccolo Teatro di Milano, che il giorno precedente ne aveva accolti 5.000. Anche in chiesa, il pubblico era numeroso e composto: amici, colleghi, autorità e gente comune che ha voluto testimoniare un legame profondo e personale con la cantante della “Mala”.

Presenti tra i volti noti Gianna Nannini, Roberto Vecchioni, Ron, Fabio Fazio con Luciana Littizzetto, la storica amica Stella Pende, il presidente del Senato Ignazio La Russa, la ministra Anna Maria Bernini, l’assessore Tommaso Sacchi, i vertici del Piccolo Teatro e numerosi artisti della scena culturale italiana.

Durante l’omelia, don Luigi Garbini ha ricordato Vanoni con parole intense e ricche di citazioni, sottolineando la sua unicità, la profondità dei suoi testi e la capacità di parlare al cuore di tutti:

“La storia di Ornella è la nostra storia personale e di tutta Italia. La fine che viviamo oggi è in realtà un inizio.”

Il sacerdote ha definito le sue canzoni come piccole luci che continuano a bruciare anche dopo la morte, aggiungendo:

“Ti benediciamo Signore perché ci hai dato Ornella.”

Ha ricordato anche il coraggio della cantante nel parlare pubblicamente di fragilità e depressione, qualità che l’hanno resa “un’artista sincera, capace di bucare tutti gli schermi”.

Come da volontà della stessa Vanoni, dopo l’omelia la chiesa è rimasta in silenzio mentre Paolo Fresu intonava con la sua tromba “L’appuntamento”, uno dei brani simbolo della carriera della cantante.

Le sue note hanno riempito la chiesa di San Marco, trasformando quel momento in un saluto poetico, puro, quasi sospeso nel tempo.

Anche Adriano Celentano ha dedicato un pensiero commosso, ricordandola come:

“Libera, simpatica, intelligente, colta, bella, con una voce eternamente unica.”

Nei giorni precedenti alla scomparsa, l’arcivescovo Giovanni Climaco Mapelli aveva condiviso un ricordo personale rivelando come nonostante non fosse credente, Ornella fosse: “Innamorata di Gesù.”

Una definizione che restituisce l’anima di una donna complessa, intensa e profondamente umana.

Il feretro, lasciata la camera ardente, ha raggiunto la chiesa per l’ultimo saluto di Milano alla sua regina.

Anche oggi, le sue canzoni restano lì, come piccoli lumini accesi: ritornelli di vita, che continueranno a raccontare Ornella Vanoni per sempre.

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