I Pooh tornano ancora una volta sul palco; la band simbolo della musica italiana festeggerà i suoi 60 anni di carriera con un nuovo tour nei palasport dal titolo “Pooh 60 – La nostra storia”, in programma nel 2026. Qui il calendario e Qui il link per l’acquisto dei biglietti.
Una notizia che ha fatto impazzire i fan, ma che smentisce (per l’ennesima volta) i propositi di “ultimo concerto” annunciati negli anni passati.
«Si cambia idea, è un segnale di intelligenza», ha dichiarato Dodi Battaglia al Corriere della Sera, commentando con ironia il ritorno sul palco. «Non diremo più “questo è l’ultimo tour”, perché forse porta anche sfortuna. Quello che abbiamo provato da soli non vale un decimo di ciò che viviamo insieme ai Pooh».
Dal 2009 a oggi: una storia di addii (mai definitivi)
Non è la prima volta che la band smentisce se stessa.
Nel 2009 si svolse quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo concerto insieme a Stefano D’Orazio, anima organizzativa e autore dei testi più recenti, scomparso nel 2020.
Poi, nel 2016, arrivò la grande reunion per celebrare i 50 anni di carriera: stadi, palazzetti e un tour che fece il tutto esaurito, con il ritorno sul palco anche di Riccardo Fogli.
Dopo l’apparizione al Festival di Sanremo 2023, i Pooh erano tornati a suonare insieme in un tour celebrativo. Ora arriva il nuovo capitolo: 14 date nei palasport italiani, tra vecchi successi e scenografie pensate per ripercorrere sei decenni di musica e amicizia.
Facchinetti: “Abbiamo pianto all’ultimo show del 2016”
«Quando si è spenta l’ultima luce di quel tour, siamo scesi dal palco piangendo», ricorda Roby Facchinetti.
«Avevamo la consapevolezza che fosse finita, che quella fosse davvero l’ultima volta. Ma la musica, evidentemente, aveva altri piani».
Gli fa eco Dodi Battaglia: «È stato uno dei momenti più brutti della mia carriera. Mi sono chiesto se avrei mai rivissuto quelle emozioni. Ora la risposta è sì».
Il tour “Pooh 60” sarà una festa della memoria e dell’identità musicale della band.
Nessun inedito, per scelta precisa. «Non sono necessari per questa festa di compleanno – spiega Red Canzian –. È già difficile scegliere cosa portare in scaletta tra i 400 brani del nostro repertorio».
E aggiunge: «E poi, chi scriverebbe i testi ora che non ci sono più Valerio Negrini e Stefano D’Orazio? Nessuno può entrare nella nostra poesia come loro».
Non mancheranno i capolavori che hanno segnato la storia della musica italiana:
- Piccola Katy
- Dammi solo un minuto
- Pensiero
- Tanta voglia di lei
- Noi due nel mondo e nell’anima
Dal debutto del 1966 a oggi, i Pooh hanno venduto oltre 80 milioni di dischi e suonato in più di 3.000 concerti.
Un traguardo che nemmeno loro avrebbero immaginato, come confessa Facchinetti: «Sembrava impossibile arrivare fin qui. È stata una volata lunghissima e bellissima».
Sempre ironico, Riccardo Fogli ha chiuso con una battuta: «Non siamo nonni! Anzi, mi chiedo già cosa faremo per il novantesimo…».
Poi il ricordo degli inizi: «Con Roby dividevamo una stanza con il bagno in fondo al corridoio e duecento lire per un panino. Per me è come un fratello».
Oltre al tour, i Pooh stanno lavorando a un progetto discografico speciale: un album in cui altri artisti reinterpreteranno i loro grandi successi.
Un modo per far rivivere quei brani immortali a nuove generazioni e celebrare una carriera che sembra non conoscere la parola “fine”.
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