La famiglia di Stefano D’Orazio critica la nuova campagna dei Pooh per il tour 2026: “Grave mancanza non includere lui e Valerio Negrini”.
La famiglia di Stefano D’Orazio, storico batterista, autore e anima manageriale dei Pooh, ha espresso il proprio disappunto per la nuova campagna promozionale del tour “Pooh 60 – La nostra storia”, in programma nel 2026. Qui il calendario e Qui il link per l’acquisto dei biglietti.
In un lungo post diffuso sui social, un familiare dell’artista ha parlato “a nome della sorella Paola, dei nipoti Monica, Marco, Matteo, Aurora e mio, nipote aggiunto, come mi chiamava affettuosamente Stefano”, denunciando una grave mancanza di rispetto nella comunicazione visiva del nuovo tour.
La polemica: la foto del tour e l’assenza delle firme di Stefano e Valerio
Al centro della contestazione c’è la gigantografia esposta in Piazza Duomo a Milano, che promuove il tour 2026 dei Pooh.
Nell’immagine compaiono i quattro membri attuali – Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Riccardo Fogli – e la scritta “dal 1966 al 2026”, ma senza le firme di Stefano D’Orazio e Valerio Negrini, entrambi scomparsi.
Secondo la famiglia, si tratta di una scelta “incomprensibile e dolorosa”:
“È una mancanza grave, perché queste due persone hanno reso possibile il successo e quindi la storia dei Pooh”.
La foto, inoltre, sarebbe una riproduzione di quella del 25° anniversario, con Stefano “sostituito da Riccardo nelle stesse pose”. Un dettaglio che ha alimentato la sensazione di “cancellazione simbolica” dello storico batterista, per quasi quarant’anni membro fondamentale del gruppo
Nel post, la famiglia ha ricordato la figura di D’Orazio come batterista, paroliere, manager e anche tecnico, capace di curare ogni dettaglio dei concerti, dai palchi alle scenografie:
“Ho visto con i miei occhi Stefano progettare i palchi e lavorare con i tecnici fino a mattina. Aveva una sensibilità e un rispetto unici, non avrebbe mai optato per una scelta del genere.”
Pur senza accusare direttamente i componenti dei Pooh, il messaggio sottolinea una “caduta di stile” attribuita forse a una cattiva consulenza comunicativa:
“Siamo certi che non ci sia stata cattiveria, ma è evidente che il rispetto, anche involontariamente, sia venuto meno.”
Il post si conclude con un invito a riconoscere e celebrare il ruolo di D’Orazio e Negrini nel percorso del gruppo:
“Grazie a Stefano e Valerio è stata possibile la longevità dei Pooh. Difenderemo sempre la loro memoria: 39 anni di militanza non possono essere messi da parte.”
La famiglia ha anche ringraziato Phil Mer, attuale batterista dei Pooh, per aver raccolto “con umiltà e affetto l’eredità musicale di Stefano”.
Infine, un appello diretto alla band:
“Se questa deve essere una festa dei 60 anni, che lo sia per tutti, senza ombre. Confidiamo nei Pooh, certi che sapranno ricordare Stefano e Valerio nel modo migliore.”
Stefano D’Orazio, scomparso nel 2020, è stato uno dei pilastri dei Pooh per quasi quarant’anni: non solo musicista e autore di brani indimenticabili come Uomini soli e Chi fermerà la musica, ma anche mente organizzativa e cuore pulsante del gruppo.
Oggi la sua eredità continua attraverso la famiglia e la nipote Aurora, che studia e suona la batteria seguendo le orme dello zio.
“È stato il mastice dei Pooh”, ricorda la famiglia, “e non ci sarà mai più un gruppo capace di festeggiare 60 anni di successi come loro.”

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