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Primo Ascolto 14 novembre: la Top 10 delle nuove uscite

Primo Ascolto; scopriamo la Top 10 (+4) delle nuove uscite musicali del 14 novembre 2025 secondo Stefano Brocks: ecco i brani promossi, da ascoltare subito!

Primo Ascolto 14 novembre: la Top 10 (+4) delle nuove uscite

14 – Mr. Rain – Effetto Michelangelo
Il titolo deriva da una tecnica psicoterapeutica sul mutuo aiuto per fare uscire il meglio di ciascuna persona nella coppia. Meno male che lo specifica, perchè se qualcuno pensava fosse ispirata dal genio del Rinascimento, beh, quello non ha mai replicato ogni volta la stessa opera. Come invece fa puntualmente Mr. Rain ad ogni sua canzone, in cui cambiano le parole ma la sensazione di ascolto è sempre, sempre, sempre, la medesima. Segno di personalità e riconoscibilità, certo, ma ahilui, non solo di quello.

13 – Baby K – Dimmi dimmi dimmi
La queen di alcune estati fa ci mette un ritmo salsa e ci fa un po’ di buonumore. Chissà se premessa di un rilancio. Originalità zero, ma un po’ inaspettato come stile, non si sa per quale ragione suoni tale. 

12 – Rum Shakers feat. Chloe – LOLITA
Attenzione, rischio tormentone fastidiosissimo. Il pezzo è sufficientemente immerso nel passato e cantato in modo petulante per farci del male alle orecchie. E del bene alle casse dei discografici. 

11 – Donatella Rettore – Malamocco
La notizia è che il brano viene diffuso con nome e cognome della cantante, rinnegando così la lunga tirata ska-punk in cui nel 1981 malediceva chi la chiamasse per esteso. Voglia di musica nuova da lei, qui c’è molta ironia, nel prendere in giro la quotidianità. Purtroppo scatta il confronto con una discografia pregressa non ricchissima in quantità ma straordinaria in creatività.

10 – Tropico – Naufragare
Davide Petrella, uno degli autori più affermati, propone un brano pop cantautorale caratterizzato da una chitarra che usa gli stessi effetti di “Balla balla ballerino” di Dalla. Parole un po’ in libertà per un pezzo sostenuto ma rilassante.

9 – Charli XCX – Chains of Love
La “brat”, ragazzaccia che ha inciso l’album che ha codificato su nuove coordinate il pop degli anni 20 sia pure senza lasciarci un singolo nella memoria, torna con un album ispirato alle “Wuthering Heights”, al romanzo della Bronte, non al disco della Bush. E va anche bene così, poichè vira su territori molto originali, oscuri e intriganti.

8 – SELENA GOMEZ – In the dark
Sottofondo dei Daft Punk effettato, non electropop ma funketitno cantato a mezza voce e intubato nell’inciso. Ci fossero ancora le discoteche di vent’anni fa si direbbe pezzo riempipista. Oggi si dice gradevole ma per farne boh.

7 – Annalisa – Esibizionista
Ritorna al pop elettronico e ritmato, sia pure con testi riflessivi sul rapporto di coppia, che aveva fatto la fortuna della sua svolta stilistica, con le varie Bellissima, Mon amour, Sinceramente ecc, tuttavia senza troppe aperture melodiche, rendendolo ancor più radiofonico e moderno. Moderno, già, un aggettivo che ci fa ricordare quale meraviglia di album fu “Fever” di Kylie Minogue nel 2001, più o meno esplicita fonte ispiratrice primaria dell’artista savonese in questi anni.

6 – SUBSONICA – RADIO MOGADISCIO
Dopo un periodo di lungo appannamento annunciano un album tutto ispirato al continente africano. In questo caso, non certo nelle sonorità, essendo dalle parti del funk elettronico alla “Nuova ossessione”. Forte, positivo e di presa, dipende però se il loro pubblico desidera ancora novità. In ogni caso, se a chi cura questa capitasse la ventura di organizzare una radio, sceglierebbe un jingle forte come ilritornello di questo brano. 

5 – BIRTHH – Little Rat
La cantautrice indie italoamericana, a dispetto del titolo, incide il suo primo brano in italiano. Brano stranissimo, che sembra tutto sconnesso tra melodia e ritmica a prima impressione, ma poi tutto si fa chiaro e cresce con gli ascolti. Originale, sicuramente. E non certo inaccessibile, anzi, con una certa orecchiaiblità. 

4 – JACK BLOOM – Where do you go?
Cantautore e producer italiano di origine inglese, ha un brano diretto e con molto groove, atmosfere accattivanti che si rifanno all’elettronica anni Settanta e linee vocali molto scorrevoli. 

3 – 22simba – We shine
E’ di moda il rap senza base con il solo pianoforte, prescindendo da ciò che si racconta nel testo e dal flow. E’ un po’ questa la cifra ma anche il limite del rap italiano, cioè concentrarsi solo sull’aspetto narrativo e non su quello ritmico, come nell’old school americano in cui ogni rapper pareva avere ingoiato una batteria. Tornando al testo ed all’espressività recitativa, certamente 22simba esprime molto bene il sentimento di una generazione soffocata dalle difficoltà e la forza d’animo per venire fuori. E a fine ascolto, superate le perplessità iniziali, si dice: beh, che pezzo.  

2 – Royel Otis – i hate this tune
Duo australiano che riporta in auge le chitarre powerpop che con grande abbaglio a cavallo del millennio gli adolescenti chiamavano punk. Brano molto orecchiabile e carino, pur non esprimendo sentimenti allegri, la melodia infatti ricorda più le brume british degli Stereophonics che lo scatenamento sullo skate dei Blink 182. E così siamo già al revival anni Zero. Il tempo passa per tutta la musica. 

1 – The Neighbourhood – Private
Ma allora il rock c’è ancora, e non è solo revival. Basterebbe solodare spazio ha chi ha idee per farlo. Qui siamo dalle parti di certa elettronica malinconica con atmosfera sospesa in attesa di ciò che non arriva mai, ma punteggiata anziché dai suoni sintetici, da chitarra basso e batteria. Lasciatevi avvolgere o trasportare, a seconda se seguite il cantato o la base. 

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