La recensione di Piazza San Marco, il nuovo singolo di Annalisa, che per la prima volta collabora con Marco Mengoni. Qui il testo e il significato del brano.
Sì, Annalisa ha finalmente trovato la canzone che le mancava in questa fase del suo percorso fin troppo incentrata sui tormentoni. È questa la sensazione che subentra subito dopo aver ascoltato “Piazza San Marco”, nuovo singolo che la vede duettare con Marco Mengoni per una seconda anticipazione – dopo “Maschio” – di “Ma io sono fuoco”, prossimo album dell’artista ligure in uscita in autunno.
“Piazza San Marco” segue la strategia principe dell’attuale mercato discografico, cioè quella di unire due artisti in forte hype per accumulare più numeri possibili ma, in questo caso, il risultato finale la tiene ben lontana dalla semplice collaborazione studiata a tavolino. A emergere è, infatti, la sincerità di un’intesa assolutamente spontanea, genuina e naturale.
Dallo scambio di battute delle strofe in cui i due protagonisti si confidano cercando conforto l’una con l’altro alle armonizzazioni dei ritornelli, fino all’esplosione dello special, le due vocalità mostrano quasi un’urgenza nel trovarsi in un viaggio emotivo con al centro il racconto di un amore che cerca di avere la meglio sulle incomprensioni, sulla gelosia di lei e sulla mancanza di sincerità (“Ti ho visto salutare una ragazza bionda” canta lei, “Chissà dove sarà quella ragazza bionda”, risponde lui).
“Soli noi”, ripetono Annalisa e Marco Mengoni in uno special che sembra spegnere definitivamente un sentimento uscito sconfitto dal senso di solitudine che colpisce entrambi. I due riescono, però, a ritrovarsi nell’immagine finale de “la tua mano è ancora nella mia”, a dimostrazione di un rapporto che riesce a superare gli ostacoli e a rigenerarsi continuamente e quotidianamente.
“Piazza San Marco” segue, quindi, fedelmente la tradizione melodica italiana sia a livello di tematica che di struttura ed è ciò che serviva in questo momento ad Annalisa: una canzone adulta e matura che può piacere anche a un pubblico più esigente e che la riporta all’eleganza interpretativa degli esordi.
L’unica pecca è, forse, da trovare in un testo che adotta immagini fin troppo quotidiane e immediate. Una maggior ricerca poetica e l’utilizzo di un’atmosfera più sognante e immaginifica anche nel testo avrebbero reso maggior onore al magico connubio che le due vocalità sono riuscite a trovare.

Classe ’92, ho iniziato a scrivere di musica nel 2020 aprendo un mio blog con cui ho catturato le primissime attenzioni di artisti e addetti ai lavori, in particolare di Kekko Silvestre dei Modà, la persona che, più di tutti, mi ha spinto a credere in questa strada. Dal 2022 ho, quindi, iniziato a collaborare con due siti di informazione musicale focalizzandomi su recensioni, approfondimenti e analisi del settore
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