Riccardo Marcuzzo, conosciuto come Riki, è uno dei talenti emersi dalla sedicesima edizione di Amici di Maria De Filippi, dove si classificò secondo alle spalle del ballerino Andreas Muller. Con una carriera esplosa rapidamente, Riki ha raggiunto un successo immediato, supportato da Francesco Facchinetti, che lo ha portato ai vertici delle classifiche. Tuttavia, dietro il successo si nascondeva un periodo oscuro, come ha raccontato lui stesso in un’intervista al Corriere della Sera.
Riki ammette di essersi trovato intrappolato in un sistema frenetico, che lo allontanava sempre di più dalla sua vera essenza artistica: “Facevo cose che non mi appartenevano e questo mi ha portato a stare male. Succede piano piano, non te ne rendi conto subito perché intanto le cose vanno velocissime e non puoi fare pause.”
La vita nel music business lo spingeva a dire “sì” a tutto, alimentando un circolo vizioso da cui non riusciva a uscire. “Non voglio neanche imputare la colpa alle persone che avevo intorno,” ha dichiarato, “era un sistema drogato e volevamo sempre di più.”
La partecipazione al Festival di Sanremo 2020 fu per Riki la goccia che fece traboccare il vaso. “Ero già in crisi. Io non avrei voluto farlo, ma ero talmente assuefatto che dicevo sì a tutto. Sul palco non stavo bene, ero asettico, non sentivo neanche la tensione.” Le parole di Riki dipingono un quadro di profondo disagio: la pressione e l’aspettativa di chi lo circondava l’avevano portato a un punto di non ritorno. Due settimane dopo l’esperienza a Sanremo, conclusa all’ultimo posto, l’arrivo della pandemia, sebbene destabilizzante, si rivelò paradossalmente un momento di sollievo: “Nel male, quello mi ha costretto a fermarmi.”
Durante il lockdown, Riki ha affrontato il periodo più difficile della sua vita: “Essendo stato un percorso graduale, ti rendi conto dopo di essere caduto in depressione. Ora come ora potrei dire di sì perché stavo male male. Faticavo a dormire, non avevo voglia di fare niente. Ero svogliato e totalmente apatico.” La musica, una volta sua fonte di energia, era diventata quasi insostenibile. È stato solo con il supporto di una terapia e di altre passioni, come il design, che Riki ha iniziato a ritrovare se stesso: “Sono laureato in design e durante la pandemia mi ha dato un appiglio.”
Oggi Riki si sente pronto a presentare un nuovo capitolo della sua vita artistica con l’album Casabase. Ora guarda al futuro con consapevolezza e serenità, circondato dalle persone che gli vogliono bene davvero: “Sono rimaste solo le persone che mi vogliono bene davvero, e quelle rimangono. Perché tutte le altre, invece, scompaiono: chi scriveva per convenienza, non ti scrive magicamente più.”
Attraverso la sua musica, Riki trasforma la sua esperienza di crisi e rinascita in un messaggio per i suoi fan. Con il nuovo album, il cantante si ripresenta al pubblico con autenticità e una rinnovata consapevolezza di sé, testimoniando come anche i momenti più bui possano portare nuova luce e ispirazione.
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