Roberto Vecchioni

Roberto Vecchioni, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, presenta il nuovo libro Tra il silenzio e il tuono (Qui il link per l’acquisto) e parla di diversi argomenti, affrontando anche il difficile tema della morte del figlio Arrigo.

“Nel libro un nonno, un padre e un figlio, si passano come eredità il senso del vivere. È lanciare coltelli per colpire le stelle e illuminare l’universo. Sono coltelli simbolici e stanno per sogni, desideri, speranze, fedi, slanci d’amore, risate e abbracci. Quando li hai lanciati tutti, beh, allora senti che sei solo. Ma non crederci, continua a lanciarli.”

Roberto Vecchioni, il dolore e il rimorso per la morte del figlio Arrigo

Il cantautore milanese parla poi della morte del figlio Arrigo, avvenuta un anno fa.

“Il dolore più grande sta sempre nel rimorso, quello di aver messo la mia vita davanti alla sua. Non passa, non mi passerà mai.”

Un momento affrontato con delicatezza nel libro.

“Nel libro, quando ne ho parlato, l’ho fatto volutamente sotto metafora. Quella dell’ultimo autovelox, quella della penna piantata nel suo cuore e addirittura quella del dolore espresso non da me, ma dalle cose intorno in quella buia notte: le piastrelle dell’ospedale, i neon, gli insetti…”