Il 2 novembre si celebra la Giornata mondiale per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti, istituita dalle Nazioni Unite nel 2013 in memoria dei due reporter francesi uccisi in Mali. È una data che invita a riflettere sul coraggio e sulla libertà di chi sceglie di raccontare la verità anche a rischio della propria vita.
In questo contesto, una delle canzoni italiane più significative dedicate a un giornalista è “Occhiali rotti” di Samuele Bersani, un brano intenso, ironico e commovente scritto in omaggio a Enzo Baldoni, ucciso in Iraq nel 2004.
Il significato di “Occhiali rotti”
Pubblicata nel 2006 all’interno dell’album L’Aldiquà, la canzone “Occhiali rotti” rappresenta uno dei momenti più toccanti della carriera di Samuele Bersani.
Il cantautore utilizza il suo tipico stile ironico e poetico per raccontare la storia di un uomo che affronta la guerra, la paura e la morte con il sorriso e la curiosità di chi vuole capire il mondo.
Bersani ricrea la voce e lo spirito di Enzo Baldoni, un giornalista che non si limitava a informare, ma viveva le storie che raccontava. Con ironia, Baldoni aveva più volte scherzato sul rischio di perdere la vita, trasformando quella consapevolezza tragica in un modo di vivere pienamente.
Uno dei passaggi più forti del brano è l’immagine della “mancia al boia”, con cui Bersani rende omaggio al sarcasmo di Baldoni.
Il giornalista, consapevole dei pericoli del suo mestiere, amava scherzare persino sulla propria fine, come se potesse esorcizzare la paura attraverso l’umorismo.
Bersani riesce a trasformare questa ironia in una forma di poesia: la leggerezza come resistenza, la battuta come atto di coraggio.
Musicalmente, “Occhiali rotti” presenta un ritmo vivace, quasi allegro. Tuttavia, dietro questa apparente leggerezza si nasconde un significato profondo: la memoria di una tragedia.
È proprio nel contrasto tra melodia e testo che si manifesta la grandezza del brano: Bersani ci invita a riflettere senza retorica, restituendo dignità a Baldoni attraverso la vita e non solo attraverso la morte.
La storia di Enzo Baldoni: il giornalista che rideva del pericolo
Nato a Città di Castello nel 1948, Enzo Baldoni fu copywriter pubblicitario e fondatore dell’agenzia Le Balene Colpiscono Ancora. Ma la sua vera vocazione era quella del giornalista freelance, spinto da una curiosità insaziabile e da una grande umanità.
Nel 2004 si trovava in Iraq, dove raccontava la guerra attraverso il suo blog “Bloghdad”, uno dei primi esempi italiani di giornalismo digitale. Baldoni univa ironia e rigore, descrivendo la realtà con un linguaggio nuovo, diretto e umano.
Venne rapito nei pressi di Najaf dall’autoproclamato Esercito islamico dell’Iraq e successivamente ucciso dopo il rifiuto del governo italiano di ritirare le truppe. I suoi resti furono ritrovati solo sei anni dopo.
“Occhiali rotti” non è solo un omaggio a Enzo Baldoni, ma anche una riflessione sulla libertà di stampa e sul ruolo dei giornalisti.
Chi sceglie di informare in zone di conflitto o in contesti di censura affronta quotidianamente intimidazioni, minacce, arresti e violenze.
Gli attacchi contro i giornalisti sono violazioni dei diritti umani, perché privano la società del diritto all’informazione e minano la democrazia stessa.
La Giornata del 2 novembre richiama quindi la responsabilità collettiva: proteggere chi racconta la verità significa proteggere la libertà di tutti.
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
