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Sanremo 2024, Amadeus: “Il mio obiettivo? Portare l’attualità discografica al Festival”

Sanremo 2024 Amadeus

Tutto quello che c’è da sapere su Sanremo 2024, le parole di Amadeus nel giorno degli ascolti dedicati alla stampa. A ridosso della carrellata delle 30 canzoni in concorso, il direttore artistico si è concesso alle domande dei giornalisti presenti, rispondendo sui temi più disparati.

«Tra i cantanti in gara ne ho invitati almeno una decina, fa parte del ruolo – ha spiegato – in tutto ho ricevuto più di 400 brani, ma qualcuno l’ho cercato io, sia quest’anno che in passato. Non ho un disegno preciso, il mio obiettivo ogni anno è quello di portare l’attualità discografica a Sanremo, fare in modo che le canzoni del Festival rispecchino i gusti del pubblico, soprattutto quello più giovane che in questo lustro è cresciuto dal 30 al 90%».

Per quanto riguarda la scelta di selezionare un brano in napoletano, Amadeus ha poi aggiunto: «Questa è una realtà discografica fortissima, sarà che avendo una moglie di Napoli capisco molto bene la lingua. Geolier, così come altri cantanti partenopei, sono oggi conosciuti da tutta Italia e sono ascoltati a livello nazionale, ecco perché ho aperto le porte a questo genere in forte ascesa».

E sulla decisione di sostituire la giuria demoscopica con la giuria delle radio, il direttore artistico rivela: «Le radio per me sono molto importanti, non solo perché provengo da quel mondo, ma perché poi il successo di un brano è determinato dai passaggi che avvengono nelle settimane successive. Per quanto mi riguarda, non faccio mai una composizione a tavolino, scegliendo un tot di ballad e un tot di uptempo. A composizione fatta mi rendo conto di una suddivisione, per una mia predisposizione musicale magari prediligo i pezzi orecchiabili, quelli che a mio avviso penso possano rimanere nel tempo. Vedi Loredana Bertè o i Ricchi e Poveri, per esempio, sono due brani che ritengo molto radiofonici, al di là di ogni aspettativa».

Sanremo 2024, le parole di Amadeus in conferenza stampa

Riguardo gli argomenti di attualità, Amadeus ammette: «Qualche canzone a tema sociale è arrivata, ma la mia impressione è che per alcuni sia una sorta di scorciatoia per arrivare al Festival. Per me il tema sociale funziona se è abbinato a una bella canzone, per questo tendo a scegliere pezzi forti, a prescindere dall’argomento, altrimenti farei un danno al Festival e al tema sociale stesso. Non ne faccio certo una questione di quote».

A proposito di quote, curiosa la mancanza di brani puramente rock: «Non ho ricevuto proposte rock alla Maneskin – spiega il direttore artistico del Festival – ma potrei dire che di rock c’è la Bertè. In generale, anche nel gruppo dei giovani, non ricordo di aver ricevuto brani provenienti da quel tipo di mondo, a parte gli Omini. Dopo la vittoria di “Zitti e buoni” ho pensato di ricevere molte canzoni su quella falsariga, ma questo non è accaduto, evidentemente non appartiene alla nostra cultura».

E sull’autotune, presente in quota minoritaria, Amadeus precisa: «Fa parte dell’attualità musicale, se un artista lo desidera lo può utilizzare anche al Festival come effetto e non come correzione. Mr Rain lo usa, così come Geolier e altri, ma non c’è un uso così diffuso. Fa parte dell’attualità musicale ed è giusto che sia presente anche qui. La cosiddetta canzone sanremese, che una volta era studiata a tavolino, oggi non esiste più. Si presenta un brano che può andare bene in qualsiasi periodo dell’anno e, per come interpreto io la musica, questo è vincente».

Infine, sulle canzoni scelte per prime, il direttore artistico ha ammesso: «Alcune proposte ce le avevo già dall’anno scorso, più di un paio le ho tenute da parte. Maninni è uno di questi, ma anche “Un ragazzo una ragazza” dei The Kolors e “Ma non tutta la vita” dei Ricchi e Poveri, le avevo lasciate fuori per quest’anno. È un pensiero che faccio, specie nel 2023 quando nella mia testa sapevo che avrei organizzato il Festival anche nel 2024. Oggi la velocità di ascolto è quintuplicata rispetto a qualche anno fa, c’è tantissima musica, ma si percepisce cosa funziona di più e cosa di meno. Non a caso quest’anno partiamo con tutte le canzoni già dalla prima sera, in modo che il pubblico le ascolti tutte insieme».

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