Alfa

Si avvicina la partenza ufficiale di Sanremo 2024 e vi proponiamo la nostra intervista ad Alfa, all’anagrafe Andrea De Filippi, uno dei trenta protagonisti della prossima edizione del Festival.

“Vai!” è il brano che ha scelto di presentare in concorso, un brano folk con accenni country ispirato e per certi versi coraggioso. Il risultato è un pezzo trascinante, senza troppi riferimenti e paragoni con il passato, in cui la sua penna emerge come un vero marchio di fabbrica.

In attesa dell’uscita del suo nuovo album “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato”, atteso per il prossimo 16 febbraio, abbiamo incontrato il giovane alla vigilia del suo debutto sanremese.

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Sanremo 2024, intervista ad Alfa

Credo ti sia giunta voce del fatto che dal 6 al 10 febbraio il tuo nome figurerà tra i trenta protagonisti del prossimo Festival di Sanremo. Come stai vivendo questa attesa?

«Beh, sicuramente sono onorato da un punto di vista anche solo di età. Per me, avere 23 anni ed essere considerato big da Amadeus è già un onore, ma anche motivo di ansia, perché chiaramente spero di essere all’altezza di quel palco. Da un punto di vista emotivo mi sto preparando, vado dallo psicologo, ma già da prima, non c’entra nulla Sanremo, ho solo intensificato le sedute. Da un punto di vista fisico, sto facendo tanta palestra. In più vado da un insegnante di canto da un po’ di anni e poi, comunque, cerco di provare il brano venti volte al giorno, a livello di metodo cambio spesso il posto, quindi mi chiudo nell’armadio, oppure la canto sotto la doccia. Insomma, in tutti i posti dove si può cantare una canzone».

Cosa ti rassicura e cosa ti spaventa di quel palco/di questa esperienza?

«Ciò che mi rassicura sicuramente è che a salire su quel palco sarò completamente me stesso, perché non porto certo una proposta sanremese, ma una mia canzone che mi rappresenta in pieno. Ciò che mi spaventa, invece, è il fattore emozione. Essendo il mio primo Festival e non immaginando cosa possa accadere, viene un po’ fuori tutta la mia sensibilità. In passato, prima di momenti importanti mi è capitato spesso di avere quei dieci minuti in cui l’ansia e l’adrenalina se la giocano. Ma è un fattore legato all’imprevedibilità del momento, un qualcosa che non puoi certo conoscere e gestire prima».

“Vai!” è il brano che hai scelto di presentare, a cosa si deve la scelta di utilizzare nel titolo un rafforzativo come il punto esclamativo?

«In realtà ci abbiamo pensato molto su questa cosa, all’inizio volevamo scrivere il titolo tutto in maiuscolo, poi è arrivata l’idea del punto esclamativo, perché il brano non è altro che un invito a non arrendersi. Il testo ha un approccio molto motivazionale ed è un po’ il mio mantra, nel senso che ho iniziato a fare musica senza la minima idea di dove potessi arrivare. Non avendo partecipato ad alcun talent, tutto è partito grazie al mondo dei social, per questo motivo il mio percorso sarebbe potuto durare un tot di tempo, no? Come tanto, come poco. Però la paura non mi ha mai mobilizzato, sono comunque sempre andato avanti. Il fatto che l’anno scorso fosse saltata la mia partecipazioni alle audizioni di Sanremo Giovani, non è stato certo un episodio felice, però non mi sono fermato, ho fatto concerti e pubblicato canzoni, così è arrivata “Bellissimissima”. Quindi, “Vai!” è il risultato di questo mio percorso».

Musicalmente parlando, l’ho trovato un brano originale, trascinante e per certi versi coraggioso. Cosa ti ha spinto ad optare per un brano dalle sonorità diverse rispetto a quelle che hai proposto finora?

«Sai, mi ha sempre annoiato ripetermi e mi è capitato poche volte nella mia carriera di fare dei follow up molto simili a ciò che aveva precedentemente funzionato. Seguire la stessa scia è un po’ svilente secondo me, di sicuro meno divertente. In più, tutto il disco che uscirà subito dopo Sanremo avrà un po’ quella dimensione. Io vengo da Genova e ho sempre sentito inevitabilmente parlare del cantautorato e della scuola genovese. Alla fine, questo genere è proprio nel DNA di quella città e c’è una netta correlazione con quel mondo folk americano. Se a questo unisci il fatto che io sia cresciuto con MTV e con i video musicali degli OneRepublic e dell primo Ed Sheeran, il cerchio si chiude. Così siamo andati in America a conoscere chi quella cultura effettivamente la vive e abbiamo voluto portare anche qui quel mondo. È un po’ la scommessa».

A proposito del tuo nuovo album “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato” che uscirà all’indomani del Festival, cosa dobbiamo aspettarci da questo lavoro?

«Sicuramente qualcosa nel segno della continuità rispetto a “Vai!”, essendo proprio un concept album sia a livello di immaginario che a livello di suono. Forse quello che presenterò sul palco dell’Ariston è il pezzo un po’ più coraggioso dal punto di vista di sonorità americana. All’interno del disco, invece, ci saranno anche brani un po’ più italiani come sonorità, un po’ più comfort zone diciamo. Il messaggio del disco è molto chiaro, parla dell’amore, non dal punto di vista personale, più in senso universale. Non volevo raccontare l’amore di un ventitreenne, ma tutto ciò che ho assorbito guardando film, leggendo libri e origliando in metro le telefonate degli altri. Quando cammino per strada e vedo una coppia che si bacia, il nonno che porta il nipote a scuola, un cane che ti sorride, mi rendo conto che sono tutte situazioni di cui tu non fai parte, ma sei osservatore di cose che ti fanno dire “ah che bello l’amore”. Questo almeno è quello che mi capita spesso di pensare».

Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di “Vai!”?

«L’unicità, nel senso che ho scoperto leggendo i giornali che al Festival ci saranno tanti brani in cassa dritta. Fare qualcosa di diverso mi rende orgoglioso. Invito i miei coetanei che fanno musica a non seguire i generi che vanno di moda, ma a differenziarsi il più possibile. L’altra cosa che mi soddisfa di “Vai!” è la solarità, il messaggio positivo che si cela tra le righe del pezzo. Questa è la mia attitudine alla scrittura, perché la musica è un po’ come la mia migliore amica, quindi io mi sfogo, mi diverto, mi confido con lei. Cioè lo faccio perché mi piace, non lo faccio perché devo farlo».

Sanremo 2024, videointervista ad Alfa

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