A Sanremo 2024 fanno il loro ritorno anche i Ricchi e Poveri, vi proponiamo la nostra recensione di “Ma non tutta la vita”, brano che accompagna il loro tredicesimo passaggio in Riviera.
Tante le canzoni realizzate in 56 anni di carriera, tra cui spiccano: “La prima cosa bella”, “Che sarà”, “Sarà perché ti amo”, “Come vorrei”, “Mamma Maria”, “Voulez vous danser” e “Se m’innamoro”. Un repertorio pieno zeppo di brani memorabili, a cui si aggiungerà presto “Ma non tutta la vita”.
Con oltre 5 milioni di ascoltatori mensili nel mondo su Spotify, i Ricchi e Poveri sono gli artisti più streammati tra quelli in gara in questa 74esima edizione del Festival di Sanremo.
Sanremo 2024, Ricchi e Poveri: la recensione di “Ma non tutta la vita”
Tenetevi forte perché l’impatto al primo ascolto sarà bello forte, le nostre endorfine danzeranno a ritmo di un irresistibile “tunz tunz”. I nostalgici degli anni ’80 saranno accontentati con questo pezzo fuori dal tempo che cerca di strizzare l’occhio al presente, in modo sorprendente e a tratti sconvolgente. Immaginatevi qualcosa di molto vicino a “Luna Piena” di Orietta Berti, ma con un ritornello ancora più incalzante. Signore e signori, pischelle e pischelli: preparatevi perché questa sarà la vera scheggia impazzita di questo Sanremo. Al mio segnale scatenate i meme e i mash up!
Frase chiave:
“Anche la più bella rosa
diventa appassita
va bene, ti aspetto,
ma non tutta la vita”
Voto: 6 politico, ma con lode
Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte di raccontare. È autore del libro “Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin” (edito D’idee), impreziosito dalla prefazione di Amadeus. Insieme a Marco Rettani ha scritto “Canzoni nel cassetto”, pubblicato da Volo Libero e vincitore del Premio letterario Gianni Ravera 2023.
