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Le pagelle delle canzoni presentate nella prima serata del Festival di Sanremo 2025. Chi sono i promossi? Chi i bocciati?

Sanremo 2025, le pagelle della prima serata

Gaia – Chiamo io chiami tu – voto 5.5

Un po’ troppi echi rimandano al successo sanremese di Elettra Lamborghini di qualche anno fa, “Musica (e il resto scompare). La performance è buona, Gaia sa calcare il palcoscenico (un plauso anche al corpo di ballo). Il pezzo lo sentiremo comunque molto in radio.

Francesco Gabbani – Viva la vita – voto 6.5

Brano “ruffiano” nel senso buono, visto che quando Gabbani strizza l’occhiolino con la sua musica, strappa sempre un sorriso. La canzone è piacevole, molto buona l’esecuzione e perfetta la scelta dell’arrangiamento orchestrale.

Rkomi – Il ritmo delle cose – Voto 6/7

Il brano di Rkomi culla il pubblico in maniera ritmata e ipnotica, grazie al ripetersi della melodia, una sorta di “mantra” musicale condito da una buona esecuzione e alla valorizzazione degli orchestrali. Non è un sette pieno, ma quasi.

Noemi – Se t’innamori muori – voto 7 –

L’interpretazione di Noemi è di altissimo livello, timbro inconfondibile, potenza vocale, graffio roco, intensità. Bellissimo il refrain sottolineato dal respiro dell’orchestra, in particolare la sezione archi. Il meno solo perché il brano è un po’ “classicone” e rimanda davvero molto al successo sanremese di Noemi datato 2011.

Irama- Lentamente – voto 6 –

Il brano è “catchy” e sicuramente cattura il pubblico. In tipico stile sanremese, con una melodia piuttosto classica e grande intensità interpretativa. Però Irama avrebbe dovuto davvero togliere un po’ di autotune, visto che non ne ha bisogno.

Coma_Cose – Cuoricini – voto 7

Un mix di Carrà e Ricchi e Poveri per il duo indie-italiano, che con questo pezzo monopolizzerà le radio. Peccato per l’inizio un po’ simile al brano di Rettore-Ditonellapiaga di qualche Festival fa. I Coma_Cose scelgono la formula di un testo impegnato “nascosto” da una musica leggera. Le parole fanno riflettere, il ritmo fa ballare. Il loro look sempre di grande effetto.

Simone Cristicchi – Quando sarai piccola – Voto 8

Pubblico dell’Ariston ovviamente in visibilio per l’esibizione di Simone Cristicchi, che regala un testo davvero magico e poetico. Lacrima facile e commozione d’obbligo, l’unico punto da obiettare può essere il voler rimanere nella sua solita comfort-zone musicale con una struttura tra strofa, ritornello e ripresa che piace sempre, ma ricalca i suoi successi passati.

Marcella Bella – Pelle diamante – Voto 6/7

Questa ragazza non invecchia, non solo in quanto al fisico, ma anche per la sua contagiosa energia. Marcella si fa paladina di un inno in musica femminista, dove l’indipendenza e la forza della donna vengono celebrate. Il pezzo è un po’ ripetitivo, ma alla fine cattura l’attenzione del pubblico e rimane in testa.

Achille Lauro – Incoscienti giovani – 8

Lauro regala un pezzo di ampio respiro, capace di emozionare. È una ballad con rimandi al pop britannico, senza dimenticare una melodia romantica e un testo quasi cinematografico. Anche il brano in effetti sarebbe perfetto per una colonna sonora. Ottima interpretazione e presenza scenica.

Giorgia – La cura per me – voto 8.5

Sala Stampa e pubblico in delirio per Giorgia, che regala una performance da brividi. Nessuna sbavatura è un’intonazione impeccabile, con la capacità di modulare la voce in maniera eccezionale. Il pezzo è sicuramente meglio di quello portato in gara qualche anno fa, ma non raggiunge ancora le vette della canzone perfetta.

Willie Peyote – Grazie ma no grazie – voto 7/8

Un “quasi 8” per Peyote, che offre una riflessione sull’attualità attraverso ritmi funky. Brave le due coriste e bravo anche il coro della Rai, capace di valorizzare al meglio un pezzo dalle sonorità della disco music di fine anni 70, in salsa (ma molto leggera) “politically uncorrect”.

Rose Villain – Fuorilegge – Voto 6

Sufficienza per Rose, anche se il pezzo è molto accattivante e viaggerà in radio, ma è molto simile al precedente portato da lei a Sanremo. La formula si assomiglia, con strofa interrotta, lavoro sugli acuti e base elettronica. Tocco in più, gli archi alla ‘007 a metà pezzo.

Olly – Balorda nostalgia – Voto 7 –

Pubblico e stampa entusiasti per il pezzo di Olly, che alla fine del pezzo si commuove. Sicuramente è un brano accattivante, anche se non eccezionale, pensato per catturare l’audience. Buona esecuzione con una vocalità migliorata, impostazione e arrangiamento ad hoc per l’orchestra.

Elodie – Dimenticarsi alle 7 – Voto 5.5

Pezzo ripetitivo, non aggiunge nulla al percorso di Elodie, ma conferma la sua fase degli ultimi anni che l’ha portata al successo. Fascino indiscusso. Il pubblico batte le mani a tempo e di sicuro il ritornello resta in testa.

Shablo ft. Guè, Joshua e Tormento – La mia parola – Voto 8

Si torna negli anni 90, nella grande scuola rap che oggi un po’ si è persa. Il flow è al contempo potente e invitante, gli scratch di shablo sono efficaci, il bit di Tormento e Gué altrettanto. Per intenditori la citazione di “Beetlejuice”, accompagnata dall’inquadratura della giacca a tema di Shablo.

Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore – voto 7/8

Ranieri e certamente un maestro della canzone italiana. Il pezzo è decisamente teatrale, d’altra parte Massimo sul palco è di casa grazie ai suoi “one man show”. Il sassofono dà un tocco di classe a un pezzo già elegante, con un testo che merita più di una lettura. Forse non è un brano adatto alle nuove generazioni, ormai abituate ad altro genere.

Tony Effe – Damme ‘na mano – Voto 7

Un po’ alla Fred Buscaglione , Tony Effe si presenta sul palco con inquadrature in bianco e nero e un look laccato anni ‘30. L’omaggio è alla sua città natale, ma anche alla sua mamma che l’ha voluto fortemente sul palco dell’Ariston. Accompagnato dall’immancabile mandolino, lo stornello in salsa moderna è servito.

Serena Brancale – Anema e core – Voto 6.5

Serena parte forte con una strofa iniziale originale, molto ritmo e la capacità di gestire bene le percussioni digitali. Il suo timbro è davvero notevole, l’unico problema è che il ritornello ricorda molto un successo internazionale di qualche anno fa, “Mr. Saxobeat”.

Brunori Sas – L’albero delle noci – voto 8.5

Sicuramente è uno dei brani meglio composti dell’edizione 2025. Merito dell’ottima scuola dei grandi cantautori italiani del quale Brunori è allievo a livello di spunti e ispirazioni. Sembra infatti di ascoltare un brano del “Principe” De Gregori, uno stile che dunque non può non piacere agli amanti del buon cantautorato.

Modà – Non ti dimentico – Voto 5.5

È indubbio che Kekko Silvestre abbia una vocalità potente, ma il brano, tutto giocato su tonalità sempre uguali e troppo alte, a tratti può risultare quasi fastidioso. Non per il grande pubblico dell’Ariston che applaude calorosamente.

Clara – Febbre – Voto 5.5

Clara non raggiunge la sufficienza, non per la performance o l’indubbio fascino da palcoscenico, ma per un pezzo troppo lungo che a tratti risulta un po’ noioso e ripetitivo. Peccato, perché Clara ha una voce davvero interessante e meriterebbe un pezzo diverso.

Lucio Corsi – Volevo essere un duro – Voto 8.5

Lucio è un artista, un cantautore originale che riesce a conquistare al primo ascolto anche il pubblico. Si presenta sul palco come un moderno Pierrot, anche senza lacrima, o anche come un pagliaccio malinconico, un po’ come il suo brano, che racconta della grande forza degli ultimi.

Bresh – La tana del granchio – Voto 7

Esecuzione in gara migliore di quella in prova, tanto che con un nuovo ascolto il brano viene certamente apprezzato in maniera ulteriore. Di sicuro il pezzo strizza l’occhio allo stile “sanremese”, ma è stato ben eseguito e, a livello armonico, risulta gradevole.

Sarah Toscano – Amarcord – Voto 5

Non ci siamo: una bella voce come quella di Sarah non viene valorizzata affatto con questo brano e anzi viene affaticata, tanto che verso la fine ha avuto qualche leggera difficoltà di modulazione. Il brano risulta, pur nel suo dinamismo, ripetitivo.

Joan Thiele – Eco – Voto 7

Joan ha una vocalità elegante e raffinata, ma soprattutto dotata di una precisione impeccabile, tanto che non sembra di ascoltare una performance dal vivo, bensì registrata. Brano soffuso, dalle atmosfere chill, perfetto anche per un sottofondo di una serata elegante.

Rocco Hunt – Mille vote ancora – Voto 5/6

Ci si aspettava un po’ di più da Rocco Hunt, il pezzo piace al pubblico, ma non raggiunge pienamente la sufficienza.
Sarà perché resta nella zona comoda di Rocco e invece lui dovrebbe osare di più.

Francesca Michielin – Fango in paradiso – Voto 7/8

Francesca ha, come si dice in gergo, una “canna” pazzesca. Rispetto alle prove, l’interpretazione in gara è stata di deciso stampo “pausiniano”. Il brano presenta un testo ben scritto, raccontando in modo non scontato un dolore d’amore.

The Kolors – Tu con chi fai l’amore – Voto 5.5

Stash ha una bellissima voce e la band suona in modo impeccabile, ma il problema è che The Kolors da un po’ di tempo si stanno crogiolando nei fasti del passato. Il pubblico e la stampa battono le mani e muovono la testa, quindi intendo riuscito? Eppure…

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