Wille Peyote

Dopo aver conquistato il Premio della Critica nel 2021 con Mai dire mai (La locura), Willie Peyote è pronto a calcare nuovamente il palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo 2025.

Il brano in gara è Grazie ma no grazie e il cantautore ne ha parlato in un’intervista al Corriere della Sera.

Nonostante le difficoltà vissute durante la sua precedente partecipazione, avvenuta nel pieno della pandemia, Willie Peyote ha deciso di tornare per vivere l’esperienza in tutta la sua essenza: «Sanremo è provante, ma questa volta voglio godermelo a pieno. Non puoi fare il Festival senza vedere il sosia di Pavarotti, e io non l’avevo visto»

Grazie ma no grazie si presenta come un brano allegro, uptempo, che alterna rap e altri generi musicali. «È il momento storico a richiedere più ironia: è il modo migliore per dire qualcosa di importante», spiega l’artista. Seguendo l’esempio di Elio e le Storie Tese, il pezzo mira a offrire uno sberleffo sociale sul presente, analizzando superficialità e tradizioni consolidate, tra cui l’immancabile presenza dei Jalisse, citati nel testo.

Willie Peyote a Sanremo 2025 si interroga sul livello di superficialità diffuso, sia nei discorsi quotidiani che nei temi affrontati pubblicamente: «Diciamo così tante cose che spesso diciamo stupidaggini. Io stesso non mi sento immune». Nonostante ciò, evita di cadere nella trappola di polemiche sterili, come quella recente sul concerto di Tony Effe a Capodanno.

Interrogato sul sessismo nel rap, Willie Peyote riconosce un problema di machismo radicato, ma invita a guardare oltre i testi per comprendere le dinamiche culturali e sociali che li generano. «Il rap è uno specchio della società, non la causa del problema. La musica racconta, ma dovremmo chiederci perché esista il maschilismo nella nostra società».

Critico verso le scelte dell’industria discografica, sottolinea come spesso si punti su nomi mediatici piuttosto che sulla qualità: «Lucio Corsi è un esempio di artista di talento poco valorizzato. Sanremo può essere una vetrina per artisti come lui».

Con brani che affrontano anche temi politici, come Giorgia nel paese che si meraviglia, Willie Peyote evidenzia la sua preoccupazione non tanto per il Governo in sé, quanto per la mentalità collettiva che esso può alimentare: «Non mi spaventano le grandi scelte, ma le piccole azioni che limitano i diritti o si concentrano solo sulla sicurezza».

Con Grazie ma no grazie, Willie Peyote promette di offrire uno spunto di riflessione con il sorriso sulle labbra, confermandosi uno degli artisti più originali e impegnati del panorama musicale italiano.

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