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Sanremo 2026, Carlo Conti: “Nessun assillo per gli ascolti, conta la forza delle canzoni”

Carlo Conti torna a parlare di Sanremo 2026 e lo fa chiarendo fin da subito un punto fondamentale: il Festival non sarà guidato dall’ossessione degli ascolti. Interpellato da Askanews, il conduttore e direttore artistico ha spiegato di non sentire alcuna pressione legata ai numeri, ribadendo che, se fosse stato così, non avrebbe mai accettato di rimettersi alla guida della kermesse.

A margine della presentazione di una mostra dedicata ai manifesti storici del Mandela Forum di Firenze, Conti ha ricordato come il Festival abbia vissuto una crescita costante negli ultimi quindici anni, a partire proprio dalle sue prime edizioni fino ai successi delle gestioni di Claudio Baglioni e Amadeus. Proprio per questo, ha sottolineato, tornare oggi avrebbe avuto poco senso se il peso degli ascolti fosse stato un problema.

Per Carlo Conti l’obiettivo resta uno solo: la musica. «A me interessa che le canzoni diventino patrimonio di tutti, che vengano ascoltate in radio e che qualcuna possa restare nel tempo», ha dichiarato. Una visione che ribadisce la natura storica del Festival, inteso come vetrina della canzone italiana, non come una semplice competizione televisiva basata sugli share.

Guardando a Sanremo 2026, Conti si dice fiducioso e impaziente di arrivare a febbraio per dare il via a quello che definisce un vero e proprio “carrozzone”. L’auspicio è che il Festival possa continuare a essere un momento di incontro e di rilancio anche dal vivo, con artisti pronti a tornare sui palchi italiani dopo la manifestazione, come già accaduto negli ultimi anni.

Il messaggio è chiaro: Sanremo 2026 punterà sull’identità musicale, sulla qualità delle canzoni e sul piacere dello spettacolo, lasciando gli ascolti sullo sfondo.

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