Tiziano Ferro in un’intervista a Vanity Fair parla anche della musica italiana ed esalta Ultimo e il ruolo che ha avuto negli ultimi anni.
“Io penso che ci sia in atto un vero rinascimento. Ci sono stati gli anni Novanta con grandi nomi come Giorgia, Laura Pausini, Andrea Bocelli, Gianluca Grignani, Cesare Cremonini. Sicuramente dimenticherò qualcuno, quindi chiedo perdono in anticipo. Poi sono arrivati gli anni Duemila con Negramaro, Cremonini solista, io, Fibra, Marra… Dal 2010, però, i talent hanno regnato troppo, a mio parere, appiattendo il panorama. Certo, nomi come Marco Mengoni, Emma, Alessandra Amoroso e Giusy Ferreri hanno fatto la differenza. Però io non avrei mai potuto fare il mio primo disco in quegli anni: devi avere la forza di una Emma e io non ce l’avevo. E poi arrivano questi anni Venti con Måneskin, Madame, Mahmood, Calcutta, Ariete, Angelina, Tananai.”
Spiega Tiziano Ferro, che poi si sofferma su Ultimo.
“Poi arriva un ragazzo da Roma, Ultimo, che col suo pianoforte riempie uno stadio e canta con le parole di uno di venticinque anni, non con quelle di un autore di quarant’anni che fa finta di averne venti.
L’artista che ora vive a Los Angeles parla anche dei suoi prossimi progetti musicali, anche se un album sembra lontano.
“La musica non finisce mai, come potrebbe? Le canzoni sono la mia carta d’identità, le scrivo quando sono triste e quando sono allegro.”
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
