Da settimane il nome di Tiziano Ferro aleggia intorno a Sanremo 2026, alimentando speranze, indiscrezioni e paragoni illustri. A sottolinearlo è Mattia Marzi sul Messaggero, che ricostruisce uno scenario in cui il cantautore di Latina potrebbe seguire un percorso simile a quello intrapreso lo scorso anno da Giorgia, protagonista di una vera rinascita artistica proprio grazie al Festival.
Il 45enne artista ha dichiarato più volte di non avere un brano adatto alla gara, smentendo pubblicamente la possibilità di un debutto sanremese. Tuttavia, scrive Marzi, la situazione potrebbe essere più sfumata: con Carlo Conti pronto ad annunciare i Big, Ferro potrebbe aver rivalutato la sua posizione, così come fece Giorgia, inizialmente scettica e poi tornata in gara con un brano – La cura per me – diventato un caso discografico e mediatico.
“Sono un grande”: un album attesissimo, ma dalle reazioni contrastanti
Secondo l’analisi di Marzi, le aspettative su “Sono un grande” erano enormi: il primo disco dopo tre anni, dopo il divorzio, dopo l’addio alla Universal e l’inizio dell’era Sugar, con una nuova manager di peso come Paola Zukar.
L’album ha debuttato al primo posto, ma la spinta iniziale si è affievolita in poche settimane, anche per l’assenza di un singolo davvero travolgente. Fingo&Spingo, pur entrando ora nella top 10 radiofonica, non ha avuto l’impatto di cui Ferro avrebbe avuto bisogno.
A complicare la ricezione del progetto, osserva Marzi, sono state le dichiarazioni personali dell’artista sul matrimonio finito e sulle sue ferite emotive: un racconto mediaticamente ingombrante che potrebbe aver messo in ombra la musica, spingendo Tiziano a riflettere su un possibile nuovo assetto comunicativo.
Il collega costruisce un parallelismo preciso: Giorgia, un anno fa, era demoralizzata dopo un Sanremo non memorabile. Ma grazie alla fiducia di Conti e alla collaborazione con Blanco, ha trovato una nuova strada, riconquistando pubblico e critica.
Il suo nuovo album G è tornato primo in classifica dopo più di dieci anni: un successo figlio del coraggio di reinventarsi, accettando autori giovani e mettendo in gioco il proprio stile.
Tiziano Ferro, al contrario, sembra ancora alla ricerca di un equilibrio: ha puntato su un ritorno alle origini r&b e soul, ma senza riuscire – secondo Marzi – a riaccendere quella scintilla innovativa che aveva caratterizzato gli esordi.
Marzi suggerisce che il Festival potrebbe essere l’occasione perfetta per Ferro di rimettersi al centro della scena, liberandosi dalla pesantezza narrativa del divorzio e ricostruendo il legame emotivo con il pubblico.
Giorgia “cercava una cura e l’ha trovata”.
Ferro, con un album che dichiara Sono un grande, potrebbe aver bisogno proprio del palco più importante d’Italia per trasformare quella frase in un fatto concreto.
Il dubbio finale, quasi provocatorio, ribadito da Marzi è chiaro:
Tiziano Ferro ha ancora bisogno di dimostrare qualcosa?
Forse sì. E il palco di Sanremo potrebbe essere il luogo più simbolico per farlo.
Se davvero Ferro dovesse cambiare idea nelle prossime ore, saremmo davanti a uno dei debutti sanremesi più attesi degli ultimi anni. E la storia recente – quella di Giorgia – insegna che certe scommesse, a volte, valgono la pena.

Roberto Padovan (Bassano del Grappa, 1986) è autore e aspirante giornalista. Appassionato di musica e cultura pop, scrive articoli, interviste e approfondimenti che uniscono analisi e racconto. Con uno sguardo curioso e attento alle nuove tendenze, esplora il panorama musicale contemporaneo valorizzando le storie e le voci che lo animano.
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