Valerio Scanu si racconta in un’intervista a Fanpage a pochi giorni dalla finale di Ora o mai più, il programma di Rai1 che lo vede tra i concorrenti. Un’occasione per riflettere sul suo percorso artistico, sulle sfide incontrate e sulle trasformazioni dell’industria musicale.
Scanu ha ammesso che l’inizio del programma non è stato semplice: “Mi ero detto ‘chi me l’ha fatto fare?’ perché la prima settimana ho avuto un’assegnazione fuori dal mio canone. Mentre vedevo i miei compagni contenti, l’unico a non esserlo ero io”. Tuttavia, con il tempo ha trovato il modo di esprimersi al meglio, soprattutto grazie ai brani di Rita Pavone: “Lì ho avuto la sensazione di potermi esprimere davvero”.
Sul significato del programma e il suo possibile impatto sulla carriera, il cantante si mostra realista: “Se un programma del genere non viene supportato anche dall’azienda, come ad esempio un accesso automatico a Sanremo per il vincitore, rischia di restare solo un’esperienza fine a se stessa”.
Scanu ha chiarito che il suo obiettivo oggi non è più un percorso discografico tradizionale: “Non punto a un percorso discografico come avrei pensato 15 anni fa. Oggi aspiro a fare spettacolo, musical. Ho perso 30 chili, studio danza a livello agonistico e vorrei portare questa esperienza in scena”. Tuttavia, un disco di inediti è già pronto, anche se il cantante ammette di non sapere ancora che spazio trovargli nel panorama musicale attuale.
Divenuto famoso in un periodo di transizione tra l’era analogica e quella digitale, Scanu ha sperimentato il cambiamento del mercato musicale sulla propria pelle: “Dal 2019 al 2021 sono rimasto fermo e in quei due anni è cambiato tutto. I miei fan non avevano dimestichezza con lo streaming e continuavano a comprare su iTunes”. Una trasformazione che ha reso ancora più difficile per artisti come lui trovare un posto nell’attuale sistema musicale, dominato dai social e dalle piattaforme digitali.
Scanu ha anche parlato del cambiamento nel modo di percepire il talento vocale: “Saper cantare dovrebbe essere la base. E invece, spesso, sembra quasi una colpa”. L’industria musicale, secondo lui, ha smesso di valorizzare la qualità vocale in favore di prodotti preconfezionati: “Adesso non esiste chi fa musica, ma esiste un prodotto stereotipato e poi si sceglie chi metterci sopra”.
Il cantante ha anche ricordato la sua vittoria a Sanremo 2010 con Per tutte le volte che…, sottolineando come all’epoca fosse difficile essere presi sul serio se si proveniva da un talent show: “Oggi chi esce da Amici o X Factor è figo, ai miei tempi no”. Ha anche scherzato su un episodio rimasto nella memoria del Festival, la protesta dell’orchestra che lanciò gli spartiti in aria: “Quella cosa era preparata. Se protesti ridendo, è chiaro che è una roba organizzata”.
Valerio Scanu, tra passato, presente e futuro, continua a reinventarsi.

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