Martedì 26 settembre Marco Masini e Giorgio Panariello saranno protagonisti di una grande serata al Teatro degli Arcimboldi di Milano, ultima data del tour che è iniziato quest’estate e che li ha visti in giro per tutta l’Italia.
Videointervista a Marco Masini, tra Imaginaction e l’ultima tappa del tour con Giorgio Panariello
La scorsa settimana, invece, il cantautore toscano è stato protagonista di una straordinaria esibizione sul palco di Imaginaction, il Festival Internazionale del Videoclip. Intervistato dal giornalista Stefano Mannucci, ha intrattenuto il pubblico ripercorrendo la sua carriera tra musica, video e parole.
Ciao Marco. Innanzitutto bentornato a Imaginaction, un Festival che conosci molto bene.
Quando sei con gli amici ti senti a casa e a Imaginaction lo sono. Stefano Salvati è un amico, abbiamo vissuto tutti gli anni ’90 insieme, quindi insomma per me è una grande manifestazione di affetto per il tempo che è passato e quindi un ricordo bellissimo di quello che è stato.
Come si è evoluto il mondo del videoclip legato anche alle tue canzoni? Una volta c’erano budget sicuramente più importanti…
Sai, molto dipende dalla canzone, nel senso che è il brano che poi traina tutto. Una bella canzone se ha un videoclip così così funziona ugualmente, una brutta canzone col video bello non funziona, una canzone brutta con un video bellissimo non funziona, ma una canzone bella con un video bello funziona ancora di più. La gente prima di tutto ascolta le parole, ascolta la musica e poi abbina le immagini.
La tua è sempre stata una scrittura per immagini e molto spesso il videoclip andava proprio ad amplificare quello che era il messaggio delle canzoni.
In passato si poteva inventare di più, perché c’erano meno possibilità quindi ti dovevi far venire per forza un’idea in testa. Oggi le possibilità sono enormi e da domani cambieranno e diventeranno ancora di più perché con l’intelligenza artificiale potremo fare assolutamente tutto. Quindi posso dire di essere contento di aver vissuto il momento di creatività maggiore, cioè dagli anni ’80, quando è nato il videoclip, fino a oggi. Quello che verrà domani lo ammirerò con grande entusiasmo e curiosità perché comunque la musica ti mette sempre a disposizione una sorpresa nuova.
L’ultima domanda è legata al tour con Giorgio Panariello. Siete riusciti a portare voi stessi sul palco divertendovi.
Sì, era un po’ di tempo che ci balenava in testa l’idea di poterci unire non solo nella vita. Giorgio e io siamo molto amici. Sul palco siamo riusciti a fondere i nostri universi raccontando quella che è la vita a 360 gradi. Raccontiamo la passione, l’odio, i tradimenti, l’amore, il disagio sociale, tutto quello che negli anni abbiamo raccontato io con la musica e lui con le parole. Fonderlo insieme è stato veramente una sorpresa anche per noi. Ci siamo divertiti a scriverlo e ci stiamo divertendo a portarlo in giro. Finiamo a Milano il 26 di settembre, però non si sa mai nella vita.

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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