Achille Lauro Live 2021

Achille Lauro Angelo Calculli
E’ uscito uno speciale libro fotografico che racconta per immagini la vita artistica di Achille Lauro. Un progetto presentato anche con un esclusivo evento che si è svolto a Milano. Un’installazione vivente e un’esibizione che va oltre il semplice concetto di arte.

Una figura chiave nel percorso di Achille Lauro è quella dell’Avvocato Angelo Calculli.

L’uomo ha scritto una lettera a Lauro, pubblicata nel libro fotografico.

Parole sentite che mettono in risalto la capacità di stupire come artista e come uomo.

https://www.instagram.com/p/CULQbWGr65-/

Achille Lauro, la lettera di Angelo Calculli

Mi sono sempre chiesto chi è Achille e chi è Lauro. La scelta del nome non è banale come può sembrare. È proprio il nome che racconta chi è realmente Achille Lauro. Non vanto un rapporto e una conoscenza che vengono da lontano, ma non credo che sia il tempo il metro di misura per poter dire quanto si conosce di una persona.

Una persona la conosci per quanto intensamente la vivi, per come ti sforzi di capirla, di studiarla nel suo insieme, nel suo vivere nel pubblico e nel privato. Nell’essere rapito dal suo pen-sare e nel fondersi in esso.

Nel farlo diventare il tuo credo e decidere a 55 anni di abbandonare la tua Chiesa e seguirlo come il vecchio san Pietro fece con il giovane Cristo. Stare al fianco di Achille non è cosa da tutti: lui dorme poco, sempre pronto a combattere, sempre attento a pianificare e a studiare strategie.

La sua guerra iniziò a 11 anni, la sua prima arma fu una bottiglietta di acqua ossigenata, per essere biondo come quel se-midio nei confronti del quale commise il primo furto: il nome! Forgiò una lancia, Achille, e divenne la sua penna: una penna dura con cui graffiava di parole l’asfalto della borgata romana, con cui sfidava ogni giorno una panchina a colpi di poesie, di scritti, di canzoni. Grandi soldati del blocco romano cadevano sotto le sue frasi pregne di drammatico realismo, di amore struggente, di disperazione consapevole e di urlata solitudine.

Non capivano che quel semidio sarebbe invece diventato il loro Dio, il loro idolo; inconsapevoli Apostoli. Come il Pende al cui nome si ispirò, Achille è stato il più attivo dei soldati della borgata. Le sue incursioni mietevano vittime. Rubava con gli occhi la vita del quartiere, con le orecchie le storie della gente, dei ragazzi di Val Melaina.

Conquistò la sua città, le mura di una vecchia auto divennero la sua fortezza e lo ospitarono per un periodo della sua vita aspra e dura. Le guerre, la strada: quanti compagni caduti, morti, pri-gionieri nelle carceri delle truppe nemiche. Achille l’Immortale, Achille Idol. Lauro è sempre stato invece un ragazzo dolce, con gli occhi profondi, sempre umidi che sembravano trattenere lacrime di gioia e al tempo stesso di disperazione.

La gioia di essere un ra-gazzino che giocava a calcio, che frequentava la chiesa, che tra-scorreva le vacanze a Castellaneta Marina in Puglia, che adorava la nonna e amava la mamma. La disperazione di essere spesso messo a confronto con la durezza della vita di borgata, di vivere un senso di irrequietezza e sregolatezza che trasuda dalle mura domestiche, di essere alla ricerca della propria identità, alla ricerca di Achille. Si rifugia in un mondo onirico, un mondo che inizia a dare, fin da bambino, voce alla parte più profon-da e nascosta di sé; niente battaglie, niente strategie come il Pelide Achille!

Si rinchiude in sé stesso nella costante ricerca del bisogno di condividere aspetti del proprio mondo interiore, un mondo così profondo da contenere cose di cui nessuno di noi è consapevole e che fatichiamo ancora adesso a immaginare. Non sa Lauro, nemmeno lontanamente, che proprio quel suo sognare continuo e costante darà vita a quei colori che tingeranno la lama della penna di Achille perché su pezzetti di carta incida i testi delle sue opere. I “colori dell’anima” che nel suo film Mick Davis usò per raccontare la cruda vita di Modigliani.

Crescono insieme Achille e Lauro, finalmente si in-contrano e si riconoscono, si fondono fino a diventare un perfetto Giano, Dio degli inizi, della materialità e della immaterialità. Condividono una vita in un continuo miscelarsi di ruoli ma sempre tenendo fede al loro carattere: combattivo e guerriero il primo, poeta bohémien e anticonformista il secondo.

Entrambi uomini liberi e simboli di libertà. Una quintessenza di armonia contemporanea, fluida, non inquadrabile in un genere o in una sola forma d’arte, ma attenta a tutte le sfaccettature dell’ampio mondo dell’arte stessa.

Proprio come Giano bifronte, Achille Lauro riesce a guardare al passato e al futuro con ancora quella lancia tra le mani e quegli occhi umidi di lacrime, e le sue immagini raccontano la sua battaglia per l’arte e le libertà: tutte.

Ho incontrato Achille e Lauro in un contesto in cui ho potuto subito conoscerli insieme: un incontro che mi ha fatto pensare a San Pietro quando incontrò Gesù. Pietro, vecchio e con la barba, lasciò la sua Chiesa per seguire Gesù: io a 55 anni ho lasciato la mia vita, stregato dalla “parola” di Achille Lauro.

📢 Segui iMusicFun su Google News:
Clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”

🔔 Non perderti le ultime notizie dal mondo della musica italiana e internazionale con le notifiche in tempo reale dai nostri canali Telegram e WhatsApp.