Il trapper Baby Gang, arrestato lo scorso ottobre insieme al collega Simba La Rua per una sparatoria avvenuta tra il 2 e il 3 luglio nel milanese, ha scritto una lettera dal carcere, pubblicata dal Corriere della Sera.
Durante la rissa due persone di origine senegalese sono state gambizzate. Il trapper si è visto respingere la richiesta degli arresti domiciliari e anche la possibilità di proseguire la detenzione in una comunità di recupero vista la sua dipendenza da hashish e alcol.
In Procura fanno leva sulla poca collaborazione che il ragazzo ha dimostrato nel corso degli interrogatori.
Baby Gang, la lettera dal carcere
“Sono detenuto da tre mesi e ho riflettuto parecchio sulla follia di quella notte. Ho avuto una reazione davvero esagerata perché ero completamente ubriaco. […] Non ci sono giustificazioni per girare armato.“
Quando sono stato arrestato, ho letto nelle carte del processo cose non vere sul fatto che avrei programmato di aggredire quei ragazzi e che avrei voluto rapinarli… Dalle immagini si vede chiaramente che hanno iniziato loro.”
La lettera si conclude con un messaggio di speranza.
“La musica è la mia àncora di salvezza e oggi io ho davvero paura di perdere l’unica fortuna che ho avuto nella vita.”

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
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