Una reunion che profuma di leggenda, ma con uno sguardo ben ancorato al presente; I figli di tre dei quattro Beatles – Sean Ono Lennon, James McCartney e Zak Starkey – si sono ritrovati in studio per collaborare alla nuova traccia Rip-Off dei Mantra Of The Cosmos, la band guidata proprio da Starkey, figlio di Ringo Starr. Ma guai a parlare di una nuova band dei “figli di”: «Non è una canzone dei Beatles – ha chiarito Zak – sono i Mantra Of The Cosmos con loro dentro».
Rip-Off, condivisa in anteprima dallo stesso Zak Starkey sui suoi canali social, vede anche il contributo di Sean Ono Lennon (figlio di John) e James McCartney (figlio di Paul). È la seconda collaborazione tra Sean e James, che lo scorso anno avevano già pubblicato il delicato brano acustico Primrose Hill.
Il nuovo singolo dei Mantra Of The Cosmos – un supergruppo che include anche Shaun Ryder e Bez degli Happy Mondays e Andy Bell di Ride e Oasis – non ha nulla di nostalgico o imitativo. «Non vogliamo replicare il passato», ha spiegato Starkey, sottolineando che la band ha una propria identità, distante dal mito dei Beatles, anche se inevitabilmente influenzata dal DNA musicale dei suoi membri.
Non è facile per i figli delle leggende trovare la propria strada. Se Sean Lennon e James McCartney hanno portato avanti carriere da solisti con alti e bassi, Zak Starkey è forse l’unico ad essersi affermato con continuità, come batterista di lungo corso degli Who – collaborazione terminata da poco dopo un burrascoso tira e molla con la band.
L’assenza più evidente in questa reunion musicale è quella di Dhani Harrison, figlio di George, il “quiet one”. Quando il Telegraph ha chiesto conto della sua mancata partecipazione, Starkey ha tagliato corto: «Non ne ho bisogno. Perché dovrei?». Non è chiaro se tra i due ci siano dissapori, ma l’ipotesi di una “nuova generazione di Beatles” sembra decisamente fuori discussione.
Già nel 2023 una foto con Sean Ono Lennon aveva fatto impazzire i fan, ipotizzando una band dei figli dei Fab Four. Starkey aveva risposto con ironia: «Se avessimo dormito tre anni su materassi pieni di pulci in un retrobottega ad Amburgo, forse ci sarebbe alchimia. Ma siamo cresciuti in case troppo grandi per andarsi a fare un toast».
Una dichiarazione che dice tutto: non c’è romanticismo revivalistico, ma solo la voglia di fare musica tra persone che si conoscono da sempre, cresciute con un cognome ingombrante ma anche con la libertà – oggi – di decidere chi essere davvero. Rip-Off è la loro risposta, diretta e consapevole. E suona forte.

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